Che bolle nella pentola del PD locale? Qualcosa di sicuro,
visto che dopo un lungo silenzio sono riprese le comunicazioni e “luna chiama
terra” ecco che arrivano le lettere per mail e posta ordinaria invitando tutti,
tesserati e simpatizzanti all'incontro precongressuale il 22 ottobre e il 26 al Congresso. Ritrovato vigore finalmente? Forse, dopo la sonora e disastrosa sconfitta
elettorale che ha azzerato non solo i vertici del partito, commissariato fino a
poco tempo fa, ma anche il già esiguo patrimonio di tessere che sono rovinosamente
scese a 7 al 27 settembre 2013.
Dunque è arrivata una
bella lettera di invito, nella quale si esortava a far ricorso al proprio senso
di responsabilità, ad essere protagonisti del rinnovamento della politica, al
non stare a guardare ed impegnarsi nel PD.
Leggi e pensi - dai magari è la volta buona!-
Se martedì 22 ottobre alle 21, qualcuno avesse varcato la
porta della sede del Circolo di Pitigliano, per partecipare all’incontro
pre-congressuale, si sarebbe sentito un povero credulone facilmente impressionabile,
perché di nuovo non c’era proprio nulla. Per fortuna non è accaduto, quasi
nessuno è caduto nel tranello: unica sorpresa della serata qualche “figliol
prodigo” che ha fatto ritorno.
All’incontro solo 14 persone, quasi tutti volti “eccellenti”
del partito, non fosse almeno che per la lungaaaaaaaaaaaaa militanza/presenza.
Dove sono finiti i giovani e le donne presenti nelle liste di Pietro Ferri e Diva Bianchini? Dispersi anche quelli!
Dove sono finiti i giovani e le donne presenti nelle liste di Pietro Ferri e Diva Bianchini? Dispersi anche quelli!
Evidentemente l’auspicato rinnovamento non si riferiva alle
persone…
Così pochi e sempre gli stessi! Ma i giovani dove sono-
chiede con veemenza qualcuno, perché non
si muovono e si presentano, fanno la tessera e piano-piano, con il tempo e la pazienza rinnovano il
partito?
Però non ci avevamo pensato: diciamolo ai giovani!
A complicare le cose, del complicato PD pitiglianese, ci si
mette il regolamento nazionale che stabilisce che possono votare per il
Segretario e per il Direttivo tutti coloro che hanno la tessera, fatta anche 5 minuti prima dell’inizio della votazione, ma
possono candidarsi alla carica di Segretario solo coloro che risultano
tesserati al 27 settembre 2013.
Urca! Ma a Pitigliano a quella data ci sono solo 7
tesserati? E allora che si fa? Si cerca un segretario tra i 7: punto e basta; e
così tra chi si tira indietro e tra chi
è invece disponibile si fa strada il nome di Pietro Bernardini, compagno fin
dai tempi del glorioso PCI, ha seguito tutte le mutazioni del partito e
lavorato attivamente.
Pietro Bernardini è indicato come l’uomo della ritrovata
unità, perché è vero che nel partito sono pochi ma sono anche tanto divisi
in fazioni, correnti e correntine, le
stesse del prima, del durante e del dopo elezioni.
Davvero, sono sempre
le stesse, incredibile no? Hanno disintegrato il partito dopo le elezioni e
ancora hanno un peso, e soprattutto lo fanno sentire.
Facile, direte voi, sono il gruppo che ha sostenuto Diva
Bianchini e quello della Lista di Pietro Ferri.
E invece no, sarebbe troppo semplice!
Voci insistenti raccontano che, in questa partita, ci vuol mettere bocca anche
il Sindaco, avete capito bene, il Sindaco Camilli sì proprio lui che è stato
eletto soprattutto grazie ai voti del centro destra. E che c’azzecca?
Se non avete scarsa
memoria ricorderete che il Candidato Camilli, in campagna elettorare ricevette l'aiuto anche da amici de PD ed ex PD, che contribuirono ad assicurargli qualche voto in più proveniente dall'area del centro sinistra; diciamo che con gli amici giusti si può mettere il naso anche in casa d'altri.
Così Pietro Bernardini da uomo
dell’unità potrebbe essere in realtà l’uomo del Sindaco/asso pigliatutto, che con il
controllo sul PD farebbe davvero scopa;
quale sia l’intento ancora non si sa, ma si può immaginare.
Pietro Bernardini se eletto segretario, si appresterà a svolgere il suo compito con
entusiasmo e volontà come ha sempre fatto, ma sarà un sorvegliato speciale
perché nessuno li dentro ha voglia di mollare l’osso.
Un nostro amico, ancora fiducioso in un PD rinnovabile, andò all'incontro, quel 22 ottobre, e lì invitato a dire la sua, usò questa metafora: se un olivo si secca io lo taglio al piede, disse, ci metterà un
po’ di anni per vegetare di nuovo, ma poi ritornerà rigoglioso e pieno di
frutti.