venerdì 25 ottobre 2013

Il rinnovamento della politica e il Congresso del PD


Che bolle nella pentola del PD locale? Qualcosa di sicuro, visto che dopo un lungo silenzio sono riprese le comunicazioni e “luna chiama terra” ecco che arrivano le lettere per mail e posta ordinaria invitando tutti, tesserati e simpatizzanti all'incontro precongressuale il 22 ottobre e il 26 al Congresso. Ritrovato vigore finalmente? Forse,  dopo la sonora e disastrosa sconfitta elettorale che ha azzerato non solo i vertici del partito, commissariato fino a poco tempo fa, ma anche il già esiguo patrimonio di tessere che sono rovinosamente scese a 7 al 27 settembre 2013.
Dunque è  arrivata una bella lettera di invito, nella quale si esortava a far ricorso al proprio senso di responsabilità, ad essere protagonisti del rinnovamento della politica, al non stare a guardare ed impegnarsi nel PD.
Leggi e pensi - dai magari  è la volta buona!-

Se martedì 22 ottobre alle 21, qualcuno avesse varcato la porta della sede del Circolo di Pitigliano, per partecipare all’incontro pre-congressuale, si sarebbe sentito un povero credulone facilmente impressionabile, perché di nuovo non c’era proprio nulla. Per fortuna non è accaduto, quasi nessuno è caduto nel tranello: unica sorpresa della serata qualche “figliol prodigo” che ha fatto ritorno.
All’incontro solo 14 persone, quasi tutti volti “eccellenti” del partito, non fosse almeno che per la lungaaaaaaaaaaaaa militanza/presenza.
Dove sono finiti i giovani e le donne presenti nelle liste di Pietro Ferri e Diva Bianchini? Dispersi anche quelli!
Evidentemente l’auspicato rinnovamento non si riferiva alle persone…
Così pochi e sempre gli stessi! Ma i giovani dove sono- chiede con veemenza  qualcuno, perché non si muovono e si presentano, fanno la tessera e piano-piano,  con il tempo e la pazienza rinnovano il partito?
Però non ci avevamo pensato: diciamolo ai giovani!
A complicare le cose, del complicato PD pitiglianese, ci si mette il regolamento nazionale che stabilisce che possono votare per il Segretario e per il Direttivo tutti coloro che hanno la tessera, fatta anche  5 minuti prima dell’inizio della votazione, ma possono candidarsi alla carica di Segretario solo coloro che risultano tesserati al 27 settembre 2013.
Urca! Ma a Pitigliano a quella data ci sono solo 7 tesserati? E allora che si fa? Si cerca un segretario tra i 7: punto e basta; e così tra chi si tira indietro e  tra chi è invece disponibile si fa strada il nome di Pietro Bernardini, compagno fin dai tempi del glorioso PCI, ha seguito tutte le mutazioni del partito e lavorato attivamente.
Pietro Bernardini è indicato come l’uomo della ritrovata unità, perché è vero che nel partito sono pochi ma sono anche tanto divisi in fazioni, correnti e correntine,  le stesse del prima, del durante e del dopo elezioni.
Davvero,  sono sempre le stesse, incredibile no? Hanno disintegrato il partito dopo le elezioni e ancora hanno un peso, e soprattutto lo fanno sentire.
Facile, direte voi, sono il gruppo che ha sostenuto Diva Bianchini e quello della Lista di Pietro Ferri.
E invece no, sarebbe troppo semplice!

Voci insistenti raccontano che, in questa partita, ci vuol mettere bocca anche il Sindaco, avete capito bene, il Sindaco Camilli sì proprio lui che è stato eletto soprattutto grazie ai voti del centro destra. E che c’azzecca?
Se non avete scarsa  memoria ricorderete che il Candidato Camilli, in campagna elettorare ricevette l'aiuto anche da amici de PD ed ex PD, che contribuirono ad assicurargli qualche voto in più proveniente dall'area del centro sinistra; diciamo che con gli amici giusti si può mettere il naso anche in casa d'altri.
Così Pietro Bernardini da uomo dell’unità potrebbe essere in realtà l’uomo del Sindaco/asso pigliatutto, che con il controllo sul PD farebbe  davvero scopa; quale sia l’intento ancora non si sa, ma si può immaginare.
Pietro Bernardini se eletto segretario,  si appresterà a svolgere il suo compito con entusiasmo e volontà come ha sempre fatto, ma sarà un sorvegliato speciale perché nessuno li dentro ha voglia di mollare l’osso.

Un nostro amico, ancora fiducioso in un PD rinnovabile, andò all'incontro, quel  22 ottobre,  e lì invitato a dire la sua, usò questa metafora: se un olivo si secca io lo taglio al piede, disse, ci metterà un po’ di anni per vegetare di nuovo, ma poi ritornerà rigoglioso e pieno di frutti.