Pitigliano, il nostro splendido centro in collina di poco
più di 4.000 anime, è da più di un anno, lo scenario di un esperienza politica unica e
mai vista prima, che ha avvicinato tante persone di talento e buona volontà a
lavorare intorno ad un progetto culturale.
Il gruppo conosciuto sotto l’acronimo OGM
( Gruppo di Opinione in Movimento) e grazie all’ ”omino” rosso del logo, comunica
la propria attività sulle pagine di un blog
“Parole Libere OGM” e sul profilo fb di Gruppo Movimentato, pubblica su
you tube le proprie inchieste, a breve avrà il
sito web, dialoga costantemente con i cittadini anche attraverso un
giornalino la cui distribuzione avviene con ricorrenza nei locali pubblici.
Tanti strumenti, quindi per consentire, ad
un numero sempre maggiore di persone di recuperare la PAROLA, intesa come
comunicazione, dialogo, confronto e anche scontro.
Riaffermare il valore della parola, in un
contesto purtroppo abituato a non comunicare, a non confrontarsi sul merito delle
questioni che decidono della qualità della nostra vita è riaffermare il diritto di ogni cittadino di
conoscere, di farsi un opinione ed esprimerla. Questa per noi è un’operazione anzitutto culturale,
essenziale ed alla base del processo di rinascita e di sviluppo delle molte potenzialità inespresse della
nostra comunità, processo inevitabile per riappropriarsi e correggere la politica che
regola ogni aspetto della vita di ognuno.
Dice Stefano Gentili nell’interessante analisi apparsa sul
Tirreno di giovedì 8 marzo che la politica dei partiti mostra palesemente il
proprio fallimento, fallimento che esprime nel momento in cui non è più il
luogo del confronto, del dialogo, della sperimentazione, quando cioè in
politica la parola perde la sua funzione,
Stefano Gentili è da sempre un osservatore
attento, che sa leggere quanto accade nel mondo e nel suo paese, cita i
referendum, i movimenti, i blog, le pagine di fb strumento al quale lui stesso
si è affidato per ridare la parola alla gente.
Stefano riconosce che la politica si fa
altrove, sulle piazze virtuali, ma sembra essere l’unico dei politici locali ad
essersene accorto.
La piazza virtuale diventa infatti uno dei
laboratori del fare politica, quella costruita con la partecipazione, con
l’apporto di ognuno, con l’elaborazione del progetto, l’altro nasce dall’incontro
con la gente; i partiti si chiudono a riccio, hanno paura della contaminazione,
difendono le posizioni: noi ci mescoliamo con le persone, ascoltiamo, vogliamo
sapere, chiediamo suggerimenti e proposte.
In un anno di attività abbiamo avvicinato
tante persone e tante persone sono diventate OGM, si sono informate e formate,
adesso chiediamo alla gente di elaborare con noi un programma politico per far
rialzare la testa al nostro bel paese; non parliamo dei nomi, non parliamo
della lista, ma discutiamo sulle idee.
La campagna elettorale, monotona e noiosa,
imperversa, i partiti sempre più soli, nel
segreto delle stanze o durante improponibili cene propongono gli stessi
nomi, scandalose alleanze, nessuna
novità, né idee.
Noi intanto andiamo avanti, facciamo il
nostro percorso con lucidità e
pragmatica, attivando tutte le competenze necessarie per assumersi
responsabilmente il compito di amministrare, ma nella consapevolezza di
sentirsi fermamente, gioiosamente e liberamente fuori da ogni logica, legame,
vicinanza o inciucio con la politica malata degli accordi e delle alleanze.
La politica è morta? No, grazie a Dio solo
quella malata.