Questa mattina ad Orbetello si riunisce la Conferenza dei
Sindaci della Zona Socio Sanitaria Colline d’Albegna, in agenda l’approvazione
del Piano di Riorganizzazione delle Attività sanitarie nella zona del Distretto
Colline dell’Albegna.
Che cosa dovranno decidere i nostri Sindaci? In realtà
decidere non è la parola giusta, non potranno decidere proprio un bel nulla,
dal momento che il Piano è quello, nel Piano sono contenute alcune scelte che
riguardano e anche pesantemente il nostro Ospedale, come il taglio dei posti
letto in medicina, ricordate? Quattordici posti letto tagliati, poi
reintegrati? Bhè sono quelli, è scritto
sul Piano e quando questo sarà approvato
i posti letto spariranno di nuovo.
Comunque torniamo a noi, dicevamo i Sindaci, che cosa
faranno oggi? Sono chiamati ad approvare il Piano, variazioni nel merito non se
ne parla, il Piano lo fanno i tecnici della Asl mica i politici, i politici
potranno solamente fare due cose approvare o non approvare.
E che succederebbe se i Sindaci delle città del tufo
decidessero di non approvare un Piano che taglia i posti letto in medicina, che
prevede sulla carta alcuni piccoli interventi chirurgici programmati (Day
Surgery) sapendo già che non potranno essere effettuati nella nostra sala
operatoria non accreditata per la Day Surgery, un Piano che assicura la prosecuzione
della sperimentazione della Medicina Integrata anche per il 2013, ma precisa:
SULLA BASE DEL FINANZIAMENTO REGIONALE, già sapendo che il finanziamento regionale
è stato ridimensionato tanto che dai 3 giorni di presenza dei medici si passerà
a 2 giorni, un Piano che assicura la presenza dell’attività ambulatoriale ma
non specifica quali ambulatori saranno attivi, un Piano che intende portare i
letti dell’Ospedale di Comunità a 16 sapendo
che non esiste alcun accordo con i medici di base per il funzionamento della
struttura, che sappiate NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’OSPEDALE; fumo negli
occhi? Possibile!
Insomma è chiaro a tutti che sul Piano non si effettuano
cambiamenti, prendere o lasciare, i Sindaci potranno approvarlo o meno, nient’altro.
E’ un Piano che al di là degli slogan e del fumo negli occhi
ci penalizza, perché riduce o rende più precarie situazioni già difficoltose.
La precarietà alla fine si dimostra una scelta strategica
destinata al depotenziamento e quindi alla cessazione “giustificata” dei
servizi; facciamo un esempio, se diminuiscono sia la quantità che l’efficacia
dell’attività ambulatoriale (parliamo di efficacia perché per un paziente che
vede il proprio appuntamento spostato più volte, che si trova spesso davanti ad
un medico nuovo… non è proprio il massimo della garanzia e dell’efficacia)
diminuisce anche il ricorso all’attività di D. Surgery o di D.Hospital presso
il nostro ospedale, di conseguenza diminuiscono i giorni di utilizzo dei letti
destinati al D. Hospital e così i conti a noi non tornano mai, ma tornano alla
Asl che riporta nero su bianco: ricoveri
nell’area medica 76%, ricoveri a ciclo diurno 51%,: ergo i posti non
servono, i servizi non servono, si
taglia tutto!
Allora torniamo ai nostri Sindaci, come potranno stamani, muoversi
in questo mare di "insidie"?
Una possibilità potrebbe essere non votare il Piano, sul
piano politico sarebbe un segnale molto forte, che allarmerebbe forse fin in Regione
e costringerebbe i nostri super-tecnici provinciali a qualche giornata di
lavoro in più e qualche viaggetto a Firenze, magari porterebbe all'intervento perfino dell’Assessore Regionale sul caso dell’Ospedale di Pitigliano.
Se un atto del genere portasse all'apertura di un tavolo di lavoro per ragionare in maniera seria
sui problemi della gestione sanitaria locale, forse varrebbe la pena di
tentare.
Perché il vero problema non sono i dimensionamenti continui
e che attualmente investono tutta la Sanità Nazionale, se è vero che i piccoli Ospedali, come ribadito dall'Assessore Regionale, hanno
ragion d’essere perché rispondono alle richieste di cura di popolazioni che
vivono in aree disagiate come le nostre, DEVONO essere messi in condizione di
funzionare ed assicurare ai cittadini una equità di trattamento e di accesso.
L’altra possibilità rimane approvare il Piano, ma stando ben
attenti a tutte le “insidie” che contiene, ci sono passi non specificati e
altri ambigui, allora sarà bene prima di andare all'approvazione chiedere
spiegazione di ogni cosa, conoscere nel dettaglio ogni affermazione.
Insomma oggi dovranno avere un quadro ben chiaro, e non
suscettibile di interpretazioni, come spesso avviene, su quali servizi saranno
presenti nel nostro Ospedale e chiedere con forza, minacciando anche controlli
e azioni, e che su quanto deciso si operi all'insegna della stabilità e della
qualità.
Quali sono i servizi di base che deve garantire un piccolo
Ospedale come il nostro?
Pronto soccorso H 24
Diagnostica e ambulatori efficienti tutto l’anno
Medicina generale
Day Surgery
Day Hospital
Medicina Integrata (veramente integrata con la medicina convenzionale)
Ospedale di Comunità
Inoltre: SERVIZI SOCIO-SANITARI TERRITORIALI EFFICIENTI
(pediatra, logopedista, neuropsichiatra, attivazione efficace dei servizi
domiciliari…).
Un ultima considerazione: il nostro Sindaco ha dimostrato fin
dal suo insediamento, di aver preso a cuore la problematica del nostro
Ospedale, e anche con entusiasmo e
ottimismo; a questo punto ci pare che l’ottimismo abbia abbandonato il campo; la
realtà, al di là dei facili entusiasmi suscitati in una platea è che localmente
non abbiamo alcun potere decisionale sulla gestione di materie come quella
sanitaria, e la gente lo deve sapere.
L’unica cosa che possiamo fare è vigilare, e opporsi con
forza ogni volta che vediamo disattesi i nostri diritti, che significa
controllare l’effettiva e efficace attuazione dei servizi dovuti, informarsi
costantemente sulla qualità degli stessi ed agire nelle sedi opportune quando
questo non avviene; ognuno esercitando il proprio ruolo, il Sindaco in quanto Responsabile
Sanitario e noi cittadini in quanto utenti.
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