Avrete appreso anche voi la notizia agghiacciante che circola da alcuni giorni su f.b.: una signora di appena 40 anni di Acquapendente, insomma una nostra vicina di casa, è stata vittima delle politiche scellerate che si stanno consumando sulla pelle di noi cittadini di serie B, come li definisce il sindaco di Acquapendente, cittadini che vivono in territori depotenziati e deprivati dei servizi minimi accettabili in un paese che osa ancora definirsi civile.
L'epilogo della vicenda è tragico, la signora, dopo 6 ore tra ambulanze e ospedali che non hanno più gli strumenti per intervenire, è in coma. Le siamo vicini e le auguriamo che questa triste e vergognosa vicenda possa concludersi positivamente.
Ma come è potuto succede? E come non pensare che questi episodi, oggi straordinari possano diventare una triste quotidianità.
La situazione sanitaria è in generale drammatica, nei piccoli centri montani e periferici lo è ancora di più, là dove proprio per le caratteristiche del territorio sarebbe normale e saggio prevedere un rafforzamento dei presidi sanitari, in realtà vengono attuate criminali politiche di depotenziamento e lasciate le popolazioni pericolosamente esposte.
Potrebbe accadere anche a noi. E' già accaduto, per fortuna o grazie a Dio è andato tutto bene; ma è stata anche la dimostrazione della fragilità dell'organizzazione del Sistema di Emergenza Urgenza della Regione Toscana che ha puntato in primis sui servizi di elisoccorso: l'elicottero può non essere disponibile, le condizioni meteorologiche possono non consentirne l'utilizzo, le alternative fornite possono risultare non adeguate, il trasporto in ambulanza può essere fatale.
A rigor di logica, pensiamo che il ragionamento possa non fare una grinza, ma dov'è che si scontra il buon senso, la evidente necessità che dovrebbe regolare le scelte?
Il punto di non incontro tra l'evidenza della necessità e la conseguente risposta è rappresentato dai soldi, dal perverso meccanismo che ha prodotto negli anni così tanti sprechi e governato tante clientele che oggi la gente dovrà farsi carico delle politiche di "razionalizzazione" di riassetto dei bilanci, di riordino e spesso non dei servizi ma delle uscite.
Non pensiamo davvero che non debba essere affrontata la via del risanamento, perchè eliminare gli sprechi e soprattutto le clientele dovrebbe tradursi in un miglioramento dei servizi, ma critichiamo apertamente la logica dei tagli indiscriminati, se la sanità pubblica è un valore acquisito e un diritto riconosciuto, allora va garantita con mezzi e strumenti idonei.
Abbiamo assistito negli anni alla chiusura dei tanti servizi che rappresentavano il fiore all'occhiello e discrete entrate presso il nostro Ospedale, "razionalizzazione e riduzione delle spese", è stato detto.
E' stata una lenta e inesorabile emorragia, che nessuno, tanto meno la politica ha saputo e sa arrestare; oggi il meccanismo è oliato e non passa giorno che non si effettuino tagli e soppressioni.
La Regione Toscana ha smentito più volte e con una certa fermezza, l'intenzione di chiudere i piccoli Ospedali,( forse perchè anche in Regione conoscono situazioni come la nostra, dove alla soppressioni di servizi ospedalieri sarebbe dovuto di pari passo nascere e rafforzarsi una rete di servizi territoriali, ma che questo è stato irresponsabilmente disatteso), allora dicevamo appurato che i piccoli ospedali continueranno ad esistere, immaginiamo debbano essere anche messi nella condizione di funzionare.
Il punto è proprio questo, qual è il livello oltre il quale non si potrà scendere per questioni di decenza, in tagli e soppressioni? Qual è il punto oltre il quale chiamare una struttura, "Ospedale" diventa oltraggioso? Crediamo che su questa questione si debbano interrogare i Sindaci, crediamo che dovranno stabilire con una certa precisione quali sono i parametri di sicurezza e di servizio e lì fissare la cordicella.
Il Sindaco di Pitigliano, al quale abbiamo telefonato, pare possibilista: il Piano di Riordino... è una bozza, ci dice, possiamo ancora ragionare, e lo faremo in maniera puntuale, nei prossimi incontri, aspetto per aspetto, dal pronto soccorso agli ambulatori...certo, aggiunge, le ultime indicazioni della Regione Toscana (che recepiscono le norme della spending review) non aiutano (nel senso che è un'altra volta tutto all'aria, pensiamo noi) ma, continua, ci sono margini di confronto, un passo avanti alla fine è stato fatto, il Direttore Generale Mariotti ha ammesso che i suoi collaboratori non hanno fatto tutto il possibile per Pitigliano e adesso se ne occuperà direttamente lui.
Il Sindaco Vanni è meno "speranzoso", sarà perchè li ho misurati da più tempo, dice riferendosi ai dirigenti della Asl, in realtà è tutto in salita; definisce la bozza di Piano "inaccettabile" e tardivo il mea culpa del Direttore: sono anni che riferiamo di disservizi... Pochi spiragli, aggiunge, se si continua a gestire gli ambulatori a singhiozzo e se i medici interni sono sottoposti ad un turn over estremo, chi vuol farsi curare in un ospedale dove un medico rimane sei mesi all'incirca e poi scappa via?
Terminiamo la conversazione con una domanda: quale la prospettiva? Che cosa si può fare? Presentare noi una proposta di riorganizzazione complessiva e concreta, ci dice, che nasca dal confronto con tutte le forze e le competenze presenti e rappresenti le attese del nostro territorio, e poi , aggiunge, occorre attenzione continua, esercitata da tutte le componenti della cittadinanza: politica, amministrazioni e popolazione.
Bene, più o meno il pensiero espresso anche dal Sindaco Camilli; a questo punto non resta che capire chi si assumerà il compito di avviare il lavoro proposto, chi muove per primo? Saranno i Sindaci che si faranno promotori di questa auspicabile e auspicata (da loro stessi) iniziativa?
Ce lo facciano sapere.
Grazie per l'aggiornamento, era un bel po' che dell'Ospedale nessuno parlava tanto che io pensavo ... andasse tutto bene
RispondiEliminaora ho capito che va tutto sempre peggio
che si può fare, io ci sono
é veramente una vergogna... che per "risparmiare" vengano premiati i dirigenti che tagliano di più.
RispondiEliminaTagliamo loro, piuttosto!