“Pitigliano e la Medicina Integrata
con
una delibera del nov. 2008, il Consiglio Regionale toscano stabilisce di
creare un Ospedale di Medicina Integrata a Pitigliano.
Individua un capitolo di spesa per il 2009 (3 milioni di euro) e rimanda il lavoro ad
un gruppo di esperti (11 in tutto) per la definizione del progetto.
Il
progetto elaborato risulta estremamente nebuloso per quanto concerne la parte
organizzativa e la tutela del cittadino/utente particolarmente dopo la
dimissione.
Non
si ipotizza neppure dove e come medici di medicina accademica e medici della
medicina alternativa si integrino (in
realtà la medicina complementare non si esprime al meglio, è attivata
l’agopuntura e l’omeopatia, ma non la fitoterapia e le altre specializzazioni.
In
verità il progetto in questione definisce come spendere i fondi: li spende
essenzialmente in parcelle e consulenze:
- utilizza medici e coordinatori (almeno 15 persone) senza fare riferimento alle modalità di selezione e assunzione;
- prevede “i premi” per infermieri e medici di medicina generale non tenendo conto del contratto di lavoro e degli aspetti sindacali;
- ipotizza ben tre coordinatori di “branca” che dovrebbero operare solo 4 ore settimanali con una remunerazione eccessiva;
- accenna ad eventuali masters di medicina complementare presso le Università Toscane;
- non tiene nessun conto le risorse locali. In tal modo si è entrati in conflitto con le organizzazioni sanitarie di Pitigliano (e di tutta la ASL.
- non si tiene in alcun conto l'eventuale assistenza ambulatoriale dislocata almeno presso gli ospedali della provincia.
Non si
conosce (almeno ufficialmente) il parere della Direzione Aziendale della ASL 9,
della Regione e dello stesso Comune di Pitigliano sul progetto.
I cittadini
non avvertono niente di positivo e paventando la chiusura dell'Ospedale
manifestano il loro disappunto.
Vogliamo
essere “con loro” e chiedere /esigere dalle autorità competenti che cosa
prospettano oggi e domani?
Problema dei
piccoli Ospedali
Il Piano Sanitario
Nazionale. 2011/13 dichiara la necessità di avviare un processo di
riconversione di questi presidi in nuovi modelli di offerta territoriale.
Si richiama
la difficoltà effettiva dei piccoli ospedali a garantire livelli di assistenza
adeguati a minimizzare i rischi per gli assistiti.
C'è da porre però, l'attenzione ai problemi ed i
rischi che si potrebbero verificare durante la fase di transizione organizzativa.
Infatti, a
fronte della disattivazione di quote di attività ospedaliera, vi è ragione di
ritenere che il territorio non sia attrezzato a rispondere adeguatamente ai
bisogni sanitari e socio-assistenziali, che non trovano più risposte a livello
ospedaliero.
Valuto
negativamente la mancata realizzazione di un’efficace organizzazione,
anche della Società della Salute, nelle diverse aree della Provincia.
È ben vero
che, da studi condotti, si è evidenziato che ospedali con meno di 200 posti letto
presentano diseconomie di scala e quindi in ragione di questa valutazione meramente
economica appare più opportuno “ristrutturare” ed adeguare se non addirittura
chiudere i piccoli ospedali.
Ma si deve
tenere ugualmente conto di quali risposte di “salute” si verrebbero, in tal
caso ad offrire ai territori.
Diverse
direzioni aziendali hanno manifestato ragionevoli dubbi circa l'effettiva
assicurazione di livelli adeguati di assistenza e sicurezza ai cittadini
residenti nei territori (Massa Marittima, Pitigliano Castel del Piano); d'altra
parte là dove alcune soppressioni sono già avvenute come i punti nascita, non si è provveduto adeguatamente al riordino e al potenziamento dei servizi pre e post
partum.
L'abbassamento dei livelli di assistenza
ospedaliera (malgrado il tentativo di dirottare su Misericordia di Grosseto
tutta una serie di utenti) nei piccoli ospedali conduce i cittadini verso
l'assistenza sanitaria privata.
E'
indispensabile che la direzione aziendale, le comunità locali, i responsabili
della programmazione Regionale trovino il modo di eliminare e ridurre nel breve
tempo, le disuguaglianze, sotto il profilo delle differenze ingiuste che si
stanno acutizzando, in termini di accesso alle prestazioni sanitarie
(prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione) che poi determinano differenze
ingiuste e ingiustificate in termini di salute.”
Lettera firmata
Abbiamo
rivolto al nostro amico anche alcune domande:
OGM-
Quali dovrebbero essere le caratteristiche di un Ospedale come il nostro, perché possa rispondere in modo efficace alla domanda di salute del territorio?
XX
– Occorre disporre di un Pronto Soccorso adeguato e capace di affrontare alcune
emergenze, con una buona diagnostica e servizi tempestivi per i trasferimenti nei casi che non possono essere trattati nello stesso, adesso con la piazzola dell’elisoccorso
l’aspetto dell’emergenza urgenza è migliorato. Poi un buon reparto di medicina
generale e ripeto la diagnostica è importante che sia di buon livello, il
raddoppio dei letti nell’Ospedale di Comunità, e la medicina integrata che
veramente si esprima per ciò che dovrebbe essere, cioè arricchire e affiancare,
in una parola integrarsi con la medicina convenzionale per la cura del malato.
OGM-
Quale sarà, secondo te il destino del nostro Opedale?
XX-
nelle intenzioni della Regione non c’è la chiusura, ma cosa diventerà dipenderà
molto dalle pressioni e dalla capacità delle comunità di sostenerlo, per
comunità locali intendo i cittadini, le associazioni, le Amministrazioni, la
politica.
OGM- Allora che dovremmo fare?
XX-
Occorre parlare con la gente per far conoscere a tutti la situazione, poi tutti assieme, cittadini, Amministrazioni, associazioni… occorre elaborare
proposte, occorre che il territorio esprima un progetto, l'idea di come vorrebbe l’ospedale, con realismo e tenendo conto di quello che oggettivamente
e possibilmente si può avere in un presidio come il vostro, un progetto
pragmatico che tenga conto dei bisogni reali della popolazione che vanno oltre il concetto di cura, ma che risponda all’esigenza di SALUTE, intendo quindi
anche prevenzione, riabilitazione, sostegno e accompagnamento nelle diverse
fasi della vita di un individuo.
OGM- L’Ospedale di Medicina Integrata può rappresentare per noi una chance in più?
XX- Assolutamente sì, ma solo se comincia a lavorare come dovrebbe, averlo a Pitigliano è
per voi un’occasione unica, che altri piccoli ospedali toscani,
con le stesse problematiche del vostro non hanno.
Faccio un esempio: pensate al problema emerso
da un po’, denunciato anche dai vostri Sindaci e relativo alla diminuzione
dei ricoveri, se la Medicina Integrata funzionasse pienamente offrendo davvero
un approccio integrato alla cura, all’Ospedale di Pitigliano mancherebbero i posti
letto in Medicina per rispondere a tutte le richieste provenienti da ogni parte d’Italia, con un beneficio a ricaduta su tutti i servizi e le prestazioni ospedaliere.
OGM
– Allora occorre ripartire da lì?
XX- Sicuramente, anche alla luce del fatto che il Presidente della Regione in persona tiene al progetto e che anche per il prossimo anno sarà rifinanziato.
Nessun commento:
Posta un commento