Punto primo: nell’acqua che beviamo c’è arsenico e più
precisamente a Pitigliano ce ne sono 8,9 microgrammi/litro (dato 2011 dal sito
dell’Acquedotto del Fiora).
Punto secondo: l’arsenico è una sostanza cancerogena certa, di classe 1 (ARC – Agenzia Internazionale della Ricerca sul Cancro).
Attualmente il valore di arsenico nelle acque potabili
consentito per legge è di 10 microgrammi/litro (Direttiva 98 CE del Consiglio d’Europa).
Le Linee Guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) indicano 10 microgrammi/litro come un valore accettabile e solo in via
transitoria, ma la raccomandazione è di eliminare quanto più possibile l’arsenico
dalla catena alimentare e bonificare le aree da fattori esterni, l’OMS auspica
valori tra 0 e max 5 microgrammi/litro come obiettivo realistico cui tendere,
in considerazione dell’incertezza dei rischi derivanti anche da esposizioni a concentrazioni
molto basse di arsenico.
La Direttiva CE del 1998 prevedeva però, anche la possibilità di
chiedere deroghe per max 3 anni rinnovabili di 2, quindi per 9 anni in tutto, l’Italia
che ha recepito la direttiva solo nel 2003 ha chiesto subito le deroghe che
sono state complessivamente concesse fino al 31/12/2012; pensate per quanti
anni abbiamo bevuto acqua con valori di arsenico anche 5 volte superiori ai
limiti considerati “accettabili”.
La concessione delle
deroghe prevedeva però due fondamentali azioni: 1 che la popolazione venisse
informata sulla presenza di arsenico nell'acqua e della sua pericolosità, 2 che
si procedesse alla rimozione delle cause che ne determinano la presenza.
Ricordate se qualcuno (in questo caso gli enti preposti) ci
abbia informato che bevevamo e ancora beviamo arsenico?
Quanto all’individuazione e alla rimozione delle cause… beh,
per parlarne occorre un altro post…
Intanto è proprio di questi giorni la pubblicazione dei dati
della mortalità e delle malattie correlate all’esposizione di arsenico,
presentati nello studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute
in relazione alla contaminazione di Arsenico nelle acque potabili dei comuni
del Lazio”.
Lo studio, realizzato dal dipartimento di Epidemiologia del
Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, ha valutato gli effetti sullo
stato della salute dei residenti nei 91 comuni del Lazio sottoposti negli
ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico; i dati sono
allarmanti e mostrano ad es. un aumento delle cause di morte per tumore, + 10%,
nei comuni della provincia di Viterbo in cui per 10 anni i valori sono stai
superiori a 20 microgrammi/litro.
Insomma il rapporto ci dice quanto sono costati alla salute
dei cittadini 10 anni di deroghe.
Roberto Barocci dell’arsenico e delle cause da inquinamento,
ce ne ha parlato a lungo durante la sua presentazione e ci ha raccontato anche
delle responsabilità della politica quando
ignora volutamente la salute dei cittadini.
Il video l’ha realizzato Antonio Totaro che ringraziamo.
Lo studio Epidemiologico è consultabile e scaricabile dal sito di TusciaMedia.
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