giovedì 16 giugno 2011
Era il 26 marzo di quest’anno quando centinaia di migliaia di persone manifestavano a Roma per l’acqua pubblica e contro il nucleare.
La Padania è andata al voto in massa, il Piemonte e il Veneto assai più della Calabria. Hanno fatto come volevano , a sinistra a destra al centro. E anche il partito del non voto , quel 30% di italiani che non si fida e si identifica più in nessuno quando trova lo spazio per dire la sua in un’area non rappresentata solo dai partiti lo fa.
Una piazza che si contraddistingueva per le tante bandiere blù con la scritta “2 SI per l’acqua bene comune”che sventolavano per le vie del centro della capitale portate dai numerosi comitati spontanei nati in giro per l’Italia.Persino delegazioni di COMUNI , coi loro gonfaloni , in difesa dell’oro blù.
Si dava seguito a quel milione e 400mila firme raccolte nell’inverno precedente per indire la consultazione popolare.
In quel 26 marzo si palesava un nuovo movimento che sui temi referendari ha sperimentato nuove forme di partecipazione e democrazia, è riuscito a impegnare in maniera capillare interi strati della società civile e a portare avanti la battaglia “per i diritti di tutti, contro i profitti di pochi,che ha risvegliato un intera generazione di ragazzi alla prima esperienza di attivismo sociale.
Il voto del 12/13 giugno ci consegna un paese nuovo.
Non solo un voto contro Berlusconi ma un voto oltre Berlusconi. Dei trenta milioni che hanno votato moltissimi sono elettori di centro destra, molti altri astenuti che sono tornati a votare perché chiamati a riprendersi la delega, a esprimersi finalmente su qualcosa di concreto, che li riguarda.
Continuare a leggere il voto come fanno nei salotti TV, e nelle direzioni politiche dei partiti, con la logica del chi ha vinto e chi ha perso, quale alleanza è opportuno adesso fare , destra sinistra centro, come spostare i blocchi di voti secondo convenienze di vertice è miope e sbagliato. Se ce ne fosse ancora bisogno, il voto del 12/13 giugno conferma che è finita l’epoca di quella politica in cui il leader di partito da indicazione all’elettorato e quello obbediente e acritico esegue.
Non è antipolitica velleitaria e populista. E’politica che nasce dal basso, dai comitati cittadini che si organizzano, che passa attraverso i partiti , che è capace di disubbidire, che esercita in prima persona la responsabilità. E la democrazia rappresentativa , come dovrebbe essere la nostra, è bloccata da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere gli eletti.
E se gli eletti sono nominati dal leader e non rispondono più all’elettorato, se sono deboli e quindi corruttibili perchè dipendono da quella nomina, come possono i cittadini tornare ad essere i protagonisti di un sistema in cui la “sovranità appartiene al popolo” se le forme in cui la si esercita sono sclerotizzate e ammalate? Gli elettori hanno imparato a dissentire dalla linea dettata dalle segreterie di partito, raccolgono firme sui tavoli anche quando i loro partiti non lo fanno, vanno a votare anche quando i loro leader dicono di no.
Erano 15 anni che un referendum non raggiungeva il quorum ...Oggi i cittadini hanno capito che finchè delegheranno ai partiti, il loro futuro sarà buio ed incerto. Solo se si informano e partecipano possono costruire un paese migliore.
Intanto sulle nostre colline … ANCHE QUI qualcosa si MUOVE!
OGM Gruppo Movimentato
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