venerdì 7 ottobre 2011

La libertà di esprimersi


mercoledì 12 gennaio 2011



Sono un ventenne che vive qui a Pitigliano.
Alle volte mi sembra di essere in un mondo nel quale non mi riconosco !
Non riesco a riconoscermi nella paura che vedo negli occhi della gente.

Noi tutti uomini, guardiamo il mondo attraverso un caleidoscopio, mettiamo sui nostri occhi lenti di diverso colore e di diversa gradazione.
Cosi esistono un'infinità di visioni della realtà, visioni di mondi diversi e strettamente individuali.
Allora, cosa ci può essere di più bello che non andare a scoprire i vari mondi e confrontarli con il nostro?
Credo che questo significhi crescere.
Crescere = Confrontarsi.
SE il tempo passa e ci trova fermi nello stesso punto, ci trova non cresciuti è perchè la paura ci ha bloccato, la paura del confronto con l'altro.

Vorrei ricordare l'art.21 della nostra Costituzione che dice :
" Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pernsiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione".
Può sembrare un riferimento banale il mio, ma non lo è perchè questo diritto è stato conquistato, non esiste da sempre e non è detto che durerà per sempre. Possiamo mantenerlo solo credendoci, solo esercitandolo senza paura. Chi  ha paura di esprimere il proprio pensiero, non solo rinuncia ad un diritto ma rende il diritto stesso più debole per tutti. Non ci dobbiamo stupire davanti ad un governo che limita la libertà di parola, ma ci dobbiamo stupire davanti alla nostra paura che questo permette.
E' troppo grande questa libertà per noi?
Noi uomini forse non siamo in grado di meritarla ?

24 commenti:


blogger ha detto...
Ringrazio la persona di 20anni che ha chiesto di postare sul blog questo suo bellissimo pensiero! Ricordo che su questo blog c'è spazio per tutti quelli che hanno voglia di dire qualcosa.
Anonimo ha detto...
DIAMO SPAZIO ALLE NOSTRE IDEE!!!FORZA!!
Walk ha detto...
Finalmente i giovani che difendono sacrosanti diritti basilari di una libera società di esseri pensanti, che senza paura vogliono riprendere ciò che da tempo gli è stato negato. quanti di noi avranno coraggio di esprimere le proprie idee e comunicarle? e quanti sorreggeranno i giovani affinchè questo diritto torni ad essere un diritto di tutti? un saluto. vi seguo.
lo straniero ha detto...
condivido in pieno le affermazioni del ventenne.. mi hai tolto le parole di bocca! La lettura del post mi ha ricordato quando Jean Paul Sartre diceva: " E, quando diciamo che l'uomo è responsabile di se stesso, non intendiamo che l'uomo sia responsabile della sua stretta individualità, ma che egli è responsabile di tutti gli uomini"
Anonimo ha detto...
Ben detto " IO STRANIERO". Bella la citazione di Sartre. Speriamo di condividere con te e con gli altri che vorranno condividere un percorso di gruppo sulle tematiche reali del nostro territorio, senza delegare nessuno ad occhi chiusi e dando fiducia al buio.Gli amministratori devono guadagnarsi la fiducia dei cittadini con il confronto, se scelgono di occupare ruoli pubblici non lo devono considerare un loro priveligio, ma un dovere e devono darne conto al cittadino. Basta con i soliti nomi, svegliamoci!!! comandantemarcos
Velio Piccolo ha detto...
Questa magnifica iniziativa parte ,haimè,con il piede sbagliato!I giovani,se vogliono realmente portare delle innovazioni,non devono commettere gli stessi errori di chi li ha preceduti.Quindi ,assolutamente NO all'ANONIMATO,che è la negazione del confronto civile e fà il gioco del piccolo potere pitiglianese che da sempre rifiuta il confronto perchè sà che la pur diffusa e abbondante critica rimane chiusa nella bara dell'anonimato.
Vincenzo ha detto...
Sembra quasi incredibile che un giovane ventenne di Pitigliano si sia reso fautore di una così lodevole iniziativa che, voglio sperare, sia libera da ispirazioni partitiche. Onestamente non credo che nello sguardo della gente di Pitigliano ci sia "paura", piuttosto la definirei "rassegnazione". La moggior parte della gente si trova a combattere con il quotidiano nella speranza che chi è deputato all'amministrazione del territorio e del suo futuro faccia meno "danni" possibile e tenga un minimo al benessere della comunità. Purtroppo oggi le logiche di partito vengono confuse con la "POLITICA" nella accezione più nobile del termine, bisognerebbe che i giovani come te riuscissero realmente a "liberarsi dai condizionamenti" e cominciassero a lavorare per dare corpo ai loro ideali, ai loro sogni alle loro aspirazioni. Chi ha la mia età ha vissuto i movimenti del '68 e forse meglio capisce ciò che vado dicendo anche se i risultati che hanno prodotto non sono sempre stati degni delle motivazioni che li avevano promossi. Forse sono stato un pò prolisso; concludo facendoti i miei complimenti per l'iniziativa nella speranza che molti tuoi coetanei si uniscano al coro con il loro contributo.
Domenico ha detto...
Concordo con il penultimo post, che l'anonimato e' la negazione del confronto, pero' penso che un ventenne( anche se parte di un gruppo) che scrive un post cosi' incisivo a Pitigliano, dove regna la mancanza di trasparenza,la condivisione di obbiettivi ed ognuno coltiva il proprio orticello, augurandosi che l'orto del vicino si secchi;possa farsi prima le osse per non essere sbranato subito dai soliti nomi che detengono il potere per volere divino. A me, al momento non interessa sapere chi c'e' dietro, mi piace condividere un ragionamento e sapere che le mie perplessita' e speranze per il futuro sono anche quelle di altri. Personalmente vi seguiro' e vi sfido, vediamo se sarete capaci di posizionare l'asticella del dibattito a livelli piu' alti di quelli che attualmente ci sono a Pitigliano. Vedremo. gens petilia
Roberto Polidori ha detto...
Pensando alla libertà di esprimersi come all'acqua di un fiume, c'è da sperare, affinchè possa arrivare nei nostri rubinetti utile a dissetarci e nei nostri w.c. per ripulirli, che scorra fra due argini sicuri poiché sappiamo che esondando si disperderebbe o creerebbe devastazioni o acquitrini maleodoranti ed infestati. Nell'esprimere ciò che pensiamo non possiamo non pensare al valore etico delle nostre parole ed al valore non eroico del metterci la faccia; l'etica della responsabilità in poche parole è materiale utile per rendere sicuri e robusti quegli argini affinché la libertà di dire e di esprimersi sia acqua che scorre impetuosa e limpida della quale dissetarsi.
Roberto Giusti ha detto...
Sono d'accordo con Velio Piccolo, anche se...... "date una maschera ad un uomo e non esiterà ad essere sincero e a raccontarvi la sua verità" .Dietro l'anonimato, si nasconde non solo la prudenza, ma lo strumento sterile e senza dignità, di chi lancia il sasso e nasconde la mano.. Mi domando se c'è bisogno di un nuovo Pasquino a Pitigliano o piuttosto di una nuova proposta, di movimento, che abbia a cuore la città, che sia in grado di produrre con la forza delle idee e con la tolleranza, un progetto culturale di recupero della tradizione e delle attività del centro storico, di creare un dialogo costruttivo con le istituzioni, che non possono essere sorde, alle voci intonate fuori dal coro, di chi ha la buona volontà di fare bene. Complimenti a Roberto Polidori mio grande e fraterno amico, che non rinuncia mai a stupirmi con le sue metafore. Auguri per l' iniziativa, senza la paura che fu delle persecuzioni dei poteri temporali e non, di antica memoria. Roberto Giusti ( Cento)
blogger ha detto...
E'un piacere aprire il blog e trovare così tanti commenti. Ringrazio tutti quelli che hano scritto e sono diventati follower! Questo blog vuole essere un luogo virtuale dove le opinioni si possono esprimere, condividere. Un pò Pasquino, dice Roberto Giusti, è vero. Come è vero anche quello che afferma Velio Piccolo "senza identità non c'è confronto". Questo si risolverà fra poco tempo. Continuate a seguirci, a leggerci e a scrivere perchè la condivisione rafforza.
Anonimo ha detto...
Iniziativa interessante, penso che non dobbiamo correre il rischio di "gettare il bambino con l'acqua sporca", "se sono rose fioriranno". E' importante confrontarsi con le "idee" di tutti. Attendo fiducioso. Antonio
Aretha ha detto...
Quanto contano le PAROLE, quanto conta CHI le pronuncia? Può avere valore l'espressione di un concetto, la comunicazione di un idea perchè forte "IN SE'" o acquisisce valore solo se a raccontarla è qualcuno che conosco, nel quale mi riconosco, che la pensa come me... Se conosco chi c'è dietro le parole, mi sento più "libera", so di essere tra amici, mi metto in gioco e mi esprimo. Se non so chi parla...chi promuncia quelle parole...che faccio parlo??...mi invita a comunicare, in fondo si tratta solo di dire ciò che penso...potrei essere di aiuto...dare un contributo di idee e di intelletto...UTILE!! Sì, ma non PRUDENTE... Io però ci provo, provo a rimettere AL CENTRO LE PAROLE, prescindo dalle PERSONE e gioco IN LIBERTA'. Voglio ridare FORZA alle IDEE!!
Anonimo ha detto...
La libertà illimitata d'espressione non è un dato di fatto ma una continua conquista, che l'obbligo dell'obbedienza non ha molto favorito fino a oggi. Non esiste un uso buono o cattivo della libertà d'espressione, esiste soltanto un uso insufficiente di essa. Arwen
Anonimo ha detto...
In questo paese il gioco più in voga (oltre al BUNGA BUNGA) è quello delle tre scimmiette.......non VEDO non SENTO non PARLO............................... grazie a chi da l'opportunità di far libere le parole di far volare i propri pensieri senza aver paura e timore di essere giudicati. Lady Oscar
blogger ha detto...
Ohh Lady, Lady Lady Oscar tutti fanno festa quando passi tu. Ohh Lady, Lady Lady Oscar come un moschettiere batterti sai tu, Ohh Lady, Lady Lady Oscar le gran dame a corte ti invidiano perchè? Ohh Lady, Lady Lady Oscar anche nel duello eleganza c'e'. Ohh Lady, Lady Lady Lady, Ohh Lady, Lady Lady Leee... Grazie veramente un bel commento! :):))
Anonimo ha detto...
Questo blog sta tirando fuori tante problematiche. Mi piace!!!!!!! Ringrazio gli autori perche' sicuramente, se proseguono cosi', riusciranno ad accendere quella miccia che arrivera' alla gente comune come me e che inneschera' una reazione a catena che non si potra' fermare facilmente. Riconosco che l'Anonimato e' una sicuramente necessario, soprattutto all'inizio. Cio' perche' noi lettori si possa esprimere il nostro parere senza che venga influenzato il nostro pensiero dalla conoscenza diretta o indiretta delle persone che pubblicano il blog. Kay
Anonimo ha detto...
Forza gente di Pitigliano, fate sentire la vostra voce. Queste persone che gestiscono il blog ci hanno messo a disposizione gratuitamente un mezzo favoloso per far sentire la nostra voce, anche in maniera anonima se lo volete. L'importante e' cominciare a dialogare, lo so che moltissimi hanno visitato il blog ed il contatore lo dimostra, ma scusate se mi permetto credo ci sia timore a commentare. E'come in alcuni film tipo" Il giorno della civetta" dove i cittadini sbirciano da dietro le finestre socchiuse impauriti di aver solo visto e sentito cose che era meglio non vedere e sentire.Magari fosse solo la sceneggiatura di un film, spesso purtroppo in alcune zone d'Italia e' proprio cosi'. Ma siamo a Pitigliano,e allora se tutto va bene qui, io sono uno dei pochissimi che dice che si potrebbe fare molto di piu', ma in democrazia conta la maggioranza ed allora va bene cosi'. Ma se state sbirciando dietro le vostre sicure finestre socchiuse, forza! apritele! apriamole tutti insieme per immaginarci il nostro futuro. Domenico
Anonimo ha detto...
A volte ritornano... Scusate ma tutto bello, mettere nome e cognome... ma si resta sul generale..... in cosa vi siete esposti? Nel dissentire? Bel coraggio, mi congratulo. Provate a dire qualcosa di concreto mettendoci la faccia. Tante belle parole utopiche.... guardiamo la realtà dei fatti, per esempio: La signorina Giulia Micci pur avendo tutti i requisiti, essere una ragazza intelligente e preparata, aver studiato per mesi, si è vista sorpassare PER UN PUNTO e quindi perdere il lavoro in comune, da una cara ragazza di Latera, che con tutto il rispetto magari sarebbe stata più utile al suo paese invece di inserirsi in una realtà nuova per lei e quindi sconosciuta.. e non era più preparata di Giulia...Qualcuno sa spiegarmi il perchè? Vi sembra normale? Tutto regolare. Pitigliano-Palermo Palermo-Pitigliano, andata e ritorno. E poi basta co' 'sto buonismo ristuccoso e vomitevole che porta solo mediocrità e livellamento in basso... Falsi, falsi come giuda: vorrei vedere a toccare le vostre tasche o i vostri congiunti! Torno a ripetere, a richio di essere veramente noioso, come disse il buon vecchio Savonese: "So' tutti froci col culo degli altri...".
IndigO ha detto...
Molto molto bene ragazzi, mi fà estremamente piacere che qualche capitano non voglia abbandonare la nave che affonda. Talvolta il coraggio e la speranza di un capitano salvano la nave. Ci vuole coraggio per mettere in piedi una cosa come questa. Ci vuol coraggio perchè Pitigliano è piccolo, e la gente mormora. Ci vuol coraggio ad esporsi e dire quel che è giusto dire. Ammiro te/voi blogger e la vostra voglia di cambiare. Cambiare significa evolversi e l'evoluzione è la Chimera che l'uomo insegue dalla notte dei tempi. Avete intrapreso un cammino scomodo e difficile perchè la vita di per sè è difficile. Figuriamoci quando si prova a remare contro corrente.
IndigO ha detto...
Vorrei fare un paio di considerazioni sull'argomento giovani, paure e solitudine. Sulla paura di rimanere intrappolati in una realtà che non comprende e non vuole comprendere quanto sia difficile essere una persona giovane al giorno d'oggi. Qualcuno potrà pensare diversamente. Potrà dire: "ma come 'sti ragazzi hanno tutto, il motorino, poi la macchina, il telefonino la playstation. Io all'età loro da quant'è che ero nella vigna col mi' babbo e se non ci andavo lesche". Nulla da ridire a proposito. Siamo una generazione fortunata sotto questo punto di vista. Non abbiamo dovuto subire gli orrori di una guerra, o i morsi della fame. Abbiamo spesso i privilegi di uomo adulto e le responsabilità di un bambino. Ma non fermiamoci a quello che è banale quotidianità. Tentiamo di guardare un pò più in profondità. Cerchiamo di capire che esiste un disagio tanto inspiegabile e profondo che risulta difficile da condividere persino con un amico. Disagio che percorre terre di tutto il mondo, che viene fatto nostro, portato a noi da televisione, internet, giornali. La paura di non arrivare così facilmente, come dice chi governa e ha governato, a fare nostro uno spazio in questo mondo avanzato, specializzato e competitivo. La generazione dei divorzi e dell'emancipazione, figlie e figli senza madri o più spesso senza padri. La generazione del controllo. Per strada limiti di velocità, al telefono non esistono conversazioni "private", sul web siamo proprietà di Facebook Inc. Costantemente controllati, tarati e giudicati. Globalmente. Non è il mondo che gli "adulti" hanno ereditato dai nonni. I Bisnonni hanno lavorato sodo e prodotto, i nonni hanno lavorato, mantenuto o sporadicamente consumato, i genitori hanno spesso goduto del frutto del sacrificio e noi godremo del sacrificio del frutto. Per quanto il vostro conflitto generazionale di genitori sia universalmente riconosciuto come il più duro, di rado siete stati contesi da mamma e babbo, di rado vi siete trovati sbronzi a 13 anni per stare "al passo con gli amici" o avete visto le vostre sorelline darsi a qualcuno troppo, troppo presto, perchè dall'infanzia si passa direttamente all'età matura senza affrontare quella cosina poco importante chiamata adolescenza. E mi reputo fortunato ad essere nato a metà anni ottanta, non oso immaginare la confusione provata da chi ha 15 anni oggi. Sento spesso parlare a proposito del degrado dei giovani, in maniera prevalente da persone di una certa età. Dovrebbero essere i ragazzi, a dire ad alta voce quel che pensano del degrado dei giovani e di chi giovane non è più, forse sarebbe più costruttivo. Vi stupireste di quanto siamo vicini paradossalmente più ai nonni che ai genitori. Spesso e volentieri i nonni hanno rappresentato l'ancora di salvezza. Non è questo il mondo che meritiamo e non è questo il modo di proporcelo. Non abbiamo contribuito noi a costruire ciò che è oggi, ma possiamo senz'altro contribuire a non ripetere gli errori fatti. Spero di poter leggere sempre più di ragazzi che hanno voglia di farsi avanti e raccontare questa difficoltà. Spero anche che tanti di loro capiscano che per spendere bisogna lavorare e faticare, è semplicemente una condizione si ne qua non. Mi sono permesso di sfogarmi un tantino su questo Blog, che reputo un meraviglioso strumento per cominciare a dialogare in maniera costruttiva. Non solo a Pitigliano ma nel mondo, spronando i meno giovani a tentare di capire.
IndigO ha detto...
Riguardo alle argomentazioni sull'anonimato credo sia essenziale rispettare chi, in questa comunità, non se la senta di dare un volto alle parole. Spero che la motivazione leggermente schietta del mio appoggio all'anonimato non turbi il sonno del lettore bigotto, ma nella mia esperienza dei fatti spesso le dinamiche tra paese e riservatezza si riassumono nella parabola del gioco del telefono senza fili... Pitigliano è un paese con una grande concentrazione di giocatori. Non siate fuorviati, non giocatori d'azzardo, no. Ci sono anche quelli...tuttavia ognuno è libero di gestire il proprio tempo e denaro come meglio creda. No il gioco in voga a Pitigliano è il telefono senza fili. E ci giocano in tanti. Non si è mai troppo vecchi per il gioco del telefono senza fili, sapete. Comunque i campioni ci sono di ogni fascia d'età. Avete presente quali son le regole no? Ci si mette tutti in fila l'uno di fianco all'altro e a turno il primo della fila bisbiglia qualcosa nell'orecchio del secondo. Il secondo ascolta assorto, poi si gira verso il terzo con aria soddisfatta e a sua volta bisbiglia nell'orecchio del compagno. Il terzo ascolta e che fà?...che diamine ripete! E così via via, partiti da Capisotto, di persona in persona si bisbiglia e si ribisbiglia 5, 10, 100, 1000 alla fine si arriva all'ultimo della fila. L'ultimo è sù alle case Nòve, chiamiamole così che ci si capisce meglio. Ogni tanto un ultimo della fila neanche c'è, ci si stanca prima. Spesso si cambia anche direzione, qualche volta si parte da San Michele, altre addirittura dalla Rotta, ma comunque la si metta, qualcuno a un certo punto ha giocato, su questo non ci piove. Ora per chi non sapesse qual'è lo scopo del gioco, cribbio ve lo dico subito. Scopo del gioco è che l'ultimo della fila vada dal primo e gli dica esattamente quello che ha sentito dire dal penultimo: se tutti han' giocato bene ma bene bene il primo della fila, quello a Capisotto, lo guarda e gli dice: "o' tè, ma lo sai che è proprio quello che avevo detto io al secondo? se qualcosa non è andato, beh si sà come funzionano tutti i giochi, si ricomincia. La bellezza del gioco è data dalla straordinaria differenza che c'è tra tutti noi. Tra tanta gente è risaputo che ci sia quello bravo, quello cattivo, quello spiritoso, quello musone, quello alto, quello bello, quello nano, quello brutto, invidioso, furbo, stupido, saggio, fantasioso, superbo, sordo perchè ragazzi ci può esser' anche quello sordo eh! e allora come si fà? e me lo chiedo anch'io come si fà, a Pitigliano si applica il gioco alla vita.
IndigO ha detto...
Questa è la versione tragicomica di quel che può accadere dando spago al telefono sena fili : Qualche mattina andando in erboristeria pesti una merda di piccione in piazza senza neanche accorgertene (perchè la merda di piccione in piazza si confonde), ma stai sicuro che qualcuno dal bar mentre pigliava il caffè l'ha notato che te avevi pestato una merda di piccione. Come ha fatto lo sà solo il Padre Eterno, ma t'ha visto schiacciare la merda di piccione e sarebbe pronto anche a giurarlo. E te lì che cammini ignaro. Torni a casa per pranzo con la propoli e la tù mamma ti guarda tutta preoccupata ti squadra da cima a piedi, poi si avvicina, ti tocca le spalle, tasta l'addome, ti annusa ti spolvera e basita ti riguarda preoccupata. E te lì che non capisci, e le chiedi: "ma mamma e che hai?" e lei zitta. Pare abbia visto un morto. Dopo un pezzetto che sei lì a far tentativi per toglierle le parole di bocca, lei crolla e dice: "sai, ha telefonato la zia. ha detto che era al mercato. mentre faceva la spesa è arrivata còsa, la sorella di còso come si chiama, ora proprio mi sfugge. Dai còsa, quella che aveva il negozo giù pe'l Ghetto." E te sei lì che pensi che la sanità mentale è privilegio di pochi. Così la sproni ad andare avanti le dici: "vai mamma, continua!" E lei sempre più cupa: "No niente, non ti dovevo dire niente." Allora inizi a preoccuparti anche te, le metti una mano sulla spalla, la guardi negli occhi e la tranquillizzi: "dai Mà, mi fai preoccupare che vuoi sia successo, dimmelo!" Dopo un interrogatorio di mezz'ora/un'ora, scopri che qualcuno in mattinata ti ha visto inseguire un unicorno alato, a bordo di un monopattino atomico. Mentre brandivi l'alabarda spaziale e la vicinanza del sole ti faceva madido di sudore, ti sei accorto che l'uranio trafugato il giorno prima (in maniera premeditata) da alcune miniere segrete nelle Antille, stava per terminare con conseguenze fatali per il reattore del monopattino. Decidevi così di camminare dalla piazza sino in erboristeria a prendere un'ampolla di pozione invisibile per continuare la caccia all'unicorno costi quel che costi finchè il cuore pompi sangue, sempre meglio che tornare a lavoro, sopratutto cavalcando un drago sputa fiamme. A quel punto hai peccato di superbia, il drago ti ha disarcionato all'altezza del Prochio e sei caduto paro paro in una delle vasche frullamerda del depuratore, che grazie a Dio era spenta altrimenti avrebbe frullato anche te. Rimani in silenzio circa 20 secondi immaginandoti la scena. La piazza e l'erboristeria te le ricordi, la merda proprio no. Dopodichè pensi alla triste realtà della faccenda: che tua madre ci abbia creduto, e ti spaventi mettendo in conto che tra qualche anno finisca per crederci anche tu. Ed è lì che ti poni la domanda: forse è meglio che me ne vada, prima che possa iniziare a crederci anch'io. in bocca al lupo, gente
IndigO ha detto...
Ad ogni modo fà estremamente piacere che qualche capitano non voglia abbandonare la nave che affonda. Talvolta il coraggio e la speranza di un capitano salvano la nave. Ci vuole coraggio per mettere in piedi una cosa come questa. Ci vuol coraggio perchè Pitigliano è piccolo, e la gente mormora. Ci vuol coraggio ad esporsi e dire quel che è giusto dire. Ammiro te/voi blogger e la vostra voglia di cambiare. Cambiare significa evolversi e l'evoluzione è la Chimera che l'uomo insegue dalla notte dei tempi. Avete intrapreso un cammino scomodo e difficile perchè la vita di per sè è difficile. Figuriamoci quando si prova a remare contro corrente. grazie OGM, sarebbe un piacere far parte del team IndigO

2 commenti:

  1. RINGRAZIO VIVAMENTE L'ANONIMO CHE PARLA DI ME....E CHE SOPRATTUTTO PARLA DI ME CON BELLE PAROLE!!!!!!NON è MIA INTENZIONE VENIRE A GIUDICARE COME VIENE GESTITO QUESTO SITO....MA POSSO AFFERMARE CON TRANQUILLITà CHE ALMENO QUANDO QUALCUNO PARLA DI ALTRE PERSONE SIA OBBLIGATORIO INSERIRE NOME E COGNOME!!!!!!E TRALASCIARE LA FORMA ANONIMA ANCHE PER UNA QUESTIONE DI CORRETTEZZA VERSO I MIEI CONFRONTI....VISTO CHE QUALCUNO HA INSINUATO CHE SIA STATA IO A PARLARE DI ME IN TERZA PERSONA!!!!!GROSSE RISATE IO QUELLO CHE DEVO DIRE DICO....MA SOPRATTUTTO FIRMO.....RIPETO RINGRAZIO ANCORA MA LA PROSSIMA VOLTA DI CHI SEI ALTRIMENTI FAI PASSARE ME IN CATTIVA LUCE!!!!!GRAZIE.....
    Giulia Micci

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  2. concordo con Velio Piccolo

    abbandoniamo l'anonimato,noi esistiamo e dobbiamo avere fiducia nelle nostre parole e nelle nostre idee, tanto da essere orgogliosi di firmare, in modo che nessuno se ne possa appropiare

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