venerdì 7 ottobre 2011

Onestà, onestà e ancora onestà...e intelligenza, ancora intelligenza e sempre intelligenza...e amore, amore.


sabato 14 maggio 2011


"L'emozione più forte di una passeggiata domenicale al Parco Manzi  a Pitigliano, una escursione come tante in passato sotto il sole di maggio. Panorami già visti agli occhi di un pitiglianese, quando ecco che lo sguardo distratto cade su una targa esposta al centro di accoglienza del museo all'aperto. Una frase già sentita, ma che acquista una nuova luce nello smarrimento sociale  dei  giorni nostri:
- Onestà, onestà, onestà, e ancora onestà perchè questa è la vera cosa che oggi manca al mondo e intelligenza, ancora intelligenza e sempre intelligenza; il che significa prepararsi, riuscire sempre a comprendere....; il che significa sempre riuscire ad amare  e... amore, amore -
La  frase, è estrapolata dalla lettera del maestro Alberto Manzi ai suoi alunni di quinta nel momento di lasciarsi, alla fine del ciclo di studi.
Mi sorprendo a pensare il vero significato di queste parole senza tempo, semplici ma dure come macigni.
Voglio saperne di piu, ricerco in rete l'intera lettera del maestro Manzi.  Mi emoziona leggerla  e sentire sulla pelle un brivido, scorrendo le parole una ad una. Integro le informazioni con la visita alla mostra a Lui dedicata, organizzata dal nostro Istituto Comprensivo ed alla fine mi ritrovo  preso per mano da un personaggio di enorme spessore e mi sento fiero che  abbia avuto la voglia di impegnarsi  anche per il nostro piccolo paese, forse ne aveva intravisto le potenzialita', nel suo splendido isolamento.
Quasi nessuno mette piu' questa voglia di fare, di porsi al servizio degli altri e penso....
Penso alle occasioni perse dalla comunità pitiglianese, a quello che poteva essere e che non è stato, negli anni di esperienza amministrativa del Sindaco Manzi e soprattutto  alle fondamenta che si potevano costruire per sostenere lo sviluppo sociale e culturale del nuovo millennio e di cui ora sentiamo la mancanza.
Penso all' appoggio solo di facciata, alle belle parole dei politici  solo di circostanza e al successivo ostruzionismo dell'apparato amministrativo, che il maestro Manzi ha dovuto subire. E' vero che non si trattava di un politico tradizionale, ma proprio per questo il  valore aggiunto era il suo guardare lontano; come detto l'apparato comunale, i politici locali e diciamolo anche il maggior partito di sinistra di allora lo hanno boicottato, costringendolo ad una guerra di trincea, svilendo cosi' le potenzialità di un nuovo e diverso governo del fare.
Penso  al mancato rinnovamento della classe politica locale, da allora sono sempre gli stessi, senza nuove idee, senza progetti.
Immobili, ma cosa peggiore autoreferenziali, in quanto non contano le idee, ma il pacchetto di voti che ognuno puo' vantare, di fatto escludono il confronto con la cittadinanza avendo la presunzione di conoscere  ogni loro esigenza.
Il  nome Manzi  viene usato solo al bisogno, MAI che qualcuno ci ricordi con le sue parole semplici il suo vero pensiero di educatore, fatto di tolleranza, di comprensione, di partecipazione sociale, di intelligenza, ma  soprattutto nessuno che ne abbia fatto tesoro nella pratica quotidiana.
Troppo ostico il confronto con il suo pensiero, meglio rimanere nella mediocrità dei nostri giorni, senza confrontarsi con il mondo che cambia".
A questo punto sarebbe troppo  facile polemizzare sulle vicende accadute in questi ultimi mesi e noi non lo faremo.
E' certo, ed è ovvio che OGM non  può e non vuole appropriarsi  del pensiero del maestro Manzi, possiamo però riflettere insieme a voi, amici lettori sulla sua esperienza, sul significato moderno del suo voler comprendere gli altri senza sentirsi un gradino piu' in alto, sulla capacità che aveva di prendere per mano per fare insieme un percorso.......
Noi  cittadini pitiglianesi, dobbiamo ritornare a considerare quei valori, come tipici,fondamentali e fondanti di una societa'; ritrovarsi su concetti semplici che la politica tradizionale ormai non riesce piu' a rappresentare, a pretendere  di essere noi stessi, a non farsi addomesticare e plagiare, ad  essere padroni del nostro senso critico e civico, dobbiamo smettere di farci promettere come  gentile concessione, quello che e' un nostro diritto, ma dobbiamo anche  impegnarci e partecipare alla costruzione del futuro.
La mostra organizzata dal Centro Alberto Manzi e dall'Istituto Comprensivo di Pitigliano, dedicata al maestro, alla figura di educatore è stata l'occasione, per i giovani, di conoscere un uomo che ha vissuto con intelligenza, coraggio e curiosità, per noi che l'abbiamo conosciuto l'occasione di capire, finalmente, e riflettere.
In queste settimane  è in corso la raccolta firme da parte del MovimentoCinqueStelle Pitigliano per sostenere iniziative a ricordo del maestro Manzi, invitiamo tutti a firmare.
Vi invitiamo anche a trovare 5 minuti di tempo per leggere la lettera prima citata  e  riflettere sulle occasioni  perse, non con rassegnazione, ma con ritrovato ottimismo perché  " NON E' MAI TROPPO TARDI....." per cambiare.

Per saperne di più: http://www.centroalbertomanzi.it
la lettera: http://www.garito.it/areastud/selezione_tesine_tec0506/di-matteo-gianmaria.pdf
La Mostra "Alberto Manzi: storia di un maestro" si è svolta a Pitigliano - Scuola Secondaria di I grado - dal 6 al 12 Maggio
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5 commenti:


Anonimo ha detto...
io non ho conosciuto Alberto Manzi, ma da quello che ho letto e da quello che ho sentito il "Maestro" aveva inteso il suo lavoro come una missione, come una sfida. Aveva capito che la formazione dei giovani, l'indirizzarli verso il sapere, verso la conoscienza, la culura deve essere un principio fondamentale delle societa' moderne. Aveva capito che i ragazzi sono il nostro futuro. Sarebbe bello se la maggior parte degli insegnanti di oggi avesse per l'insegnamento la stessa visione di Manzi, ma a parte per qualche eccezione,per i piu' l'insegnamento e' diventato un lavoro come un altro e per per la classe politica la scuola pubblica non e' fondamentale( tanto i figli dei politici frequentano scuole private).
Anonimo ha detto...
Il maestro Manzi aveva capito,tanti anni fa, che senza la cultura, senza la conoscenza, il paese non può progredire. La cultura è il motore del progredire, senza la curiosità di capire, di conoscere saremmo ancora al tempo delle caverne. Temo che con questi governanti, locali e nazionali, piano piano ritorneremo alle caverne o giù di lì. Basta osservare come si comportano i politici nel napoletano, comprano i voti a 25 euro a voto, senza la capacità di capire e senza lavoro, una famiglia composta da 6/7 persone ottiene un poco di ossigeno, mangia per qualche giorno e non capisce che non mangerà più per mesi. La cultura aiuta a capire i trabocchetti, aiuta a conoscere i trucchi di questi mestieranti, che di politico non hanno nulla, ma soprattutto la mancanza di cultura permette la manipolazione di un popolo. E' per questo motivo che si finanziano le scuole private e non quelle pubbliche.Non sia mai che il popolo capisca...potrebbe rivoltarsi.
Sofia ha detto...
Grazie, grazie davvero. Al maestro Manzi, ai suoi libri che ho avuto la fortuna non solo di leggere per diletto ma anche di studiare come testo scolastico (grazie ad una prof. "illuminata"). Grazie all'autore di questo post, bellissimo, intenso, intelligente e poetico. E grazie anche all'autore anonimo qui sopra, che ha spiegato con parole e toni tranquilli, senza urlare e senza retorica, la brutta situazione odierna. Grazie
Anonimo ha detto...
Ciao Sofia, io il maestro Manzi l'ho conosciuto,e sicuramente avrai sentito parlare della sua trasmissione Non è mai troppo tardi. Vorrei raccontarti quello che fece dopo la conclusione del programma. Dopo alcune brevi e sporadiche programmazioni radiotelevisive sempre su temi legati all'istruzione, Manzi tornò quasi a tempo pieno all'insegnamento scolastico, interrompendolo di tanto in tanto per campagne di alfabetizzazione degli italiani all'estero. Fece diversi viaggi in America latina per collaborare alla promozione sociale dei contadini più poveri. Da maestro tornò alla ribalta nel 1981, poiché si era rifiutato di redigere le appena introdotte "schede di valutazione", che con la riforma della scuola avevano sostituito la tradizionale pagella; Manzi si rifiuta di scrivere le suddette valutazioni perché «non posso bollare un ragazzo con un giudizio, perché il ragazzo cambia, è in movimento; se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest'anno, l'abbiamo bollato per i prossimi anni». La "disobbedienza" fu sanzionata con la sospensione dall'insegnamento e dalla paga. L'anno successivo il Ministero della Pubblica Istruzione torna a far pressione sull'insegnante cercando di convincerlo a scrivere le valutazioni tanto attese. Manzi fa intendere di non avere cambiato opinione, ma si mostra disponibile nel redigere una valutazione riepilogativa comune per tutti i ragazzi tramite un timbro; il giudizio era: "fa quel che può, quel che non può non fa". Il Ministero della Pubblica Istruzione si mostra subito contrario alla valutazione timbrata. Manzi risponde dicendo: «Non c'è problema, posso scriverlo anche a penna». Capisci Sofia? Manzi è stato un uomo pronto a tutto per portare avanti le proprie idee, e quindi rimbombano ancora le sue parole "Onestà onestà e ancora onestà Ciao!
Anonimo ha detto...
trovo che si sta cercando di idealizzare il maestro Manzi perche' era un "anticonformista", un uomo fedele alle proprie idee anche contro il suo interesse. Credo pero' che vada idealizzato soprattutto perche' era un idealista della cultura, un insegnante modello ed andrebbe preso ad esempio da coloro che vedono l'insegnamento solo come un lavoro.

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