mercoledì 16 marzo 2011
Pubblichiamo il Post che Giovanni Feo ha scritto per il nostro blog, grazie Giovanni!
-Leggendo il vostro blog, ho provato un'immediata sensazione di dejà vu.
I messaggi dei giovani che scrivono sul blog, raccontano di un paese spento, dove non c'è possibilità' di incontro ( "hanno chiuso anche il cinema" ), dove in piazza ci sono solo macchine, turisti ed un senso di vuoto, un paese da dove tanti se ne vanno o ci stanno pensando.
Quando vi arrivai, trenta anni fa, il paese, la piazza e i vicoli erano ancora vivi e vissuti ma poi, in pochi anni, iniziò la desertificazione, la morte civile.
Il problema è grave. Senza giovani non c'è possibile futuro, non c'è vita.
E non bastano le buone intenzioni e l'ottimismo di chi, non più giovane, gestisce le istituzioni e si è già fatto una posizione.
L'anima di un luogo, quando si spegne non la si fa rivivere con belle cartoline e nemmeno la buona cucina è sufficiente.
Venti anni orsono, anch'io ero sul punto di andarmene via ma, per mia fortuna, accadde qualcosa d'imprevisto
che mi costrinse a rimanere ed iniziai a lavorare grazie ad un'opportunità arrivatami da fuori, altrimenti sarei dovuto emigrare. Molti, credo sono consapevoli di un evidente paradosso :
la bellezza di questa terra ed un ambiente naturale unico, che in altre regioni collinari è già stato cancellato dalla
"civiltà" .
Poi i monumenti, le civiltà etrusche abbandonate nella macchia, i resti di civiltà perdute e misteriose. Eppure, tutto questo eccezionale patrimonio di natura, paesaggi e storia, per i giovani è come se non ci fosse.
A parte i brevissimi mesi turistici è un patrimonio improduttivo che, in termini di occupazione, può offrire ben poco ad un giovane.
La giovinezza, specialmente oggi, non può essere trattata con sufficienza e superficialità.
Così come la crescita, l'educazione e l' apprendimento.
Nelle più antiche narrazioni mitiche la figura del "fanciullo divino" ha sempre avuto un ruolo fondamentale, rappresentando l'importanza della vita che deve sempre rinnovarsi e mai arrestarsi.
Per gli Etruschi il Fanciullo Divino si chiama Tages, nato dalla madre terra, venuto a portare conoscenza e rivelazioni.
Il "Nuovo" è sempre bimbo, non di certo un anziano.
Nel mito, Tages è un bimbo con la sapienza di un anziano.Per i Romani la storia era iniziata con due bambini, due gemelli.
Per i Cristiani fu sempre un Bambino a inaugurare la "nuova era".
Tutte queste antiche storie non sono favole, ma l'espressione di una vita che per andare avanti necessita del
"Nuovo", del rinnovamento, senza il quale c'è la stasi, l'inaridimento e alla fine della giornata, quando si è soli,
anche il più buon cibo lascia l'amaro in bocca.
Giovanni Feo
-Leggendo il vostro blog, ho provato un'immediata sensazione di dejà vu.
I messaggi dei giovani che scrivono sul blog, raccontano di un paese spento, dove non c'è possibilità' di incontro ( "hanno chiuso anche il cinema" ), dove in piazza ci sono solo macchine, turisti ed un senso di vuoto, un paese da dove tanti se ne vanno o ci stanno pensando.
Quando vi arrivai, trenta anni fa, il paese, la piazza e i vicoli erano ancora vivi e vissuti ma poi, in pochi anni, iniziò la desertificazione, la morte civile.
Il problema è grave. Senza giovani non c'è possibile futuro, non c'è vita.
E non bastano le buone intenzioni e l'ottimismo di chi, non più giovane, gestisce le istituzioni e si è già fatto una posizione.
L'anima di un luogo, quando si spegne non la si fa rivivere con belle cartoline e nemmeno la buona cucina è sufficiente.
Venti anni orsono, anch'io ero sul punto di andarmene via ma, per mia fortuna, accadde qualcosa d'imprevisto
che mi costrinse a rimanere ed iniziai a lavorare grazie ad un'opportunità arrivatami da fuori, altrimenti sarei dovuto emigrare. Molti, credo sono consapevoli di un evidente paradosso :
la bellezza di questa terra ed un ambiente naturale unico, che in altre regioni collinari è già stato cancellato dalla
"civiltà" .
Poi i monumenti, le civiltà etrusche abbandonate nella macchia, i resti di civiltà perdute e misteriose. Eppure, tutto questo eccezionale patrimonio di natura, paesaggi e storia, per i giovani è come se non ci fosse.
A parte i brevissimi mesi turistici è un patrimonio improduttivo che, in termini di occupazione, può offrire ben poco ad un giovane.
La giovinezza, specialmente oggi, non può essere trattata con sufficienza e superficialità.
Così come la crescita, l'educazione e l' apprendimento.
Nelle più antiche narrazioni mitiche la figura del "fanciullo divino" ha sempre avuto un ruolo fondamentale, rappresentando l'importanza della vita che deve sempre rinnovarsi e mai arrestarsi.
Per gli Etruschi il Fanciullo Divino si chiama Tages, nato dalla madre terra, venuto a portare conoscenza e rivelazioni.
Il "Nuovo" è sempre bimbo, non di certo un anziano.
Nel mito, Tages è un bimbo con la sapienza di un anziano.Per i Romani la storia era iniziata con due bambini, due gemelli.
Per i Cristiani fu sempre un Bambino a inaugurare la "nuova era".
Tutte queste antiche storie non sono favole, ma l'espressione di una vita che per andare avanti necessita del
"Nuovo", del rinnovamento, senza il quale c'è la stasi, l'inaridimento e alla fine della giornata, quando si è soli,
anche il più buon cibo lascia l'amaro in bocca.
Giovanni Feo
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