sabato 29 gennaio 2011
Qualche volta mio padre mi racconta di quando lui, ragazzo della mia stessa età, la domenica andava con i suoi amici in un locale in cui il comune aveva allestito un piccolo cinematografo, dove certo non venivano proiettate delle prime visioni, ma dove fantasticavano con i film western di Sergio Leone.
In altro locale c'era un tavolo da ping-pong e un calcio balilla; dove squadre di ragazzi facevano sfide infinite. Vi erano anche alcuni tavoli dove si giocava a carte, mio padre racconta che spesso il sabato e la domenica alcuni anziani del paese, venivano ad assistere alle sfide al balilla e spesso non resistevano alla tentazione delle carte e finivano per fare una briscola insieme ai ragazzi e magari durante la partita raccontavano qualche avventura della loro vita.
Penso che noi giovani oggi siamo più fortunati, abbiamo molto, nelle nostre camere ci sono play station, dvd, mp3, computer con cui ciattiamo con i nostri amici ovunque essi siano.
Pero' c'è una cosa che non mi spiego, perchè il sentimento piu' diffuso che provo e come me tanti giovani è la solitudine e perchè fuori dalle nostre camere ipertecnologiche non riusciamo a socializzare, a manifestare interessi.
Ripensandoci allora, mio padre era più fortunato di me.
Io sono un ragazzo di Pitigliano, bellissimo paese lontano dal mondo, dove gli occhi dei visitatori si riempiono di panorami e colori unici, ma dove noi giovani del posto siamo condannati al nulla; avanti e indietro tra il paese nuovo ed il paese vecchio e dove la piazza, una volta luogo di incontri, non esiste più.
Ci fermiamo davanti ai bar e ci vediamo allo specchio nelle facce già vecchie degli adulti che pensano di sbancare i videopoker o bevono il loro ennesimo Ildebrando.
Penso anche, che forse io non riesco a cogliere tutte le opportunità che l'amministrazione comunale mi offre, in fondo è sempre stato cosi' anche nel passato, forse nascosta da qualche parte c'è una sala dove si proietta un film,dove i miei coetanei in questo momento si ritrovano a giocare, parlare o magari a suonare.
Ho chiesto a mio padre di aiutarmi a trovare questo posto.
Abbiamo girato molto su e giù per il paese senza trovare nulla tranne il campo di calcio, ma io purtroppo so' di essere negato al pallone; certo se ci fosse anche un piccolo palazzetto polivalente per lo sport potrei fare pallacanestro, pallavolo e magari scoprirmi anche bravo.
Il nostro Comune sono certo vuole fare qualcosa di più, non è colpa loro se nel passato non si è investito nella cultura e sulle persone, ma allora mi chiedo perchè non dialoga con me non mi chiede cosa penso, cosa voglio, non si confronta con mio padre per immaginare insieme il mio futuro.
Ma già!, oggi il Sindaco non ha tempo, forse domani, ora deve recarsi dai bimbi dell'asilo per un saluto, poi giustamente deve ripartire per Grosseto.
Lo capisco e lo invidio, un giorno intero a Pitigliano specialmente in Inverno puo' essere molto lungo; almeno lui, a differenza di me, puo' riuscire a trovare una libreria ancora aperta.
Ho un dubbio, ma allora vuol dire che negli anni nessuno degli amministratori ha investito in progetti per noi, aiutandoci a diventare uomini e quindi gli amministratori di domani. Mi rattristo, ma mi rattrista ancora di più pensare che nessuno dei giovani di ieri e di oggi abbia chiesto, preteso, alzato la voce per gridare forte la speranza di sognare un futuro a Pitigliano.
Comunque sono troppo pessimista, in fondo anche quest'anno nonostante la crisi economica potro' assistere ai fuochi artificiali di fine anno offerti dal nostro Comune. Gli sono grato, ancora una volta nella mia retina rimarranno impressi per 15 interminabili minuti i colori sgargianti delle stelle e fontane cadenti.
Ma ora che sono finiti, mi assale il pensiero che nei miei occhi tornera' riflesso il nero del lungo inverno pitiglianese. Stimo mio padre, penso che se ci fosse stato lui avrebbe pensato di usare il budget dei fuochi fatti negli anni per regalare a noi giovani qualcosa da gestire e di cui essere responsabili, investendo nei nostri sogni; quale migliore investimento per un padre di famiglia se non quello di coltivare e stimolare le potenzialità di un figlio, farne un uomo inserito in una societa' giusta.
Sogni ormai sopiti, ma a volte per iniziare un cammino serve solo un piccolo passo.
Come dice lui, citando il suo poeta preferito Fabrizio De Andrè " ..... ti saluto dai paesi di domani , che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo.....".
In altro locale c'era un tavolo da ping-pong e un calcio balilla; dove squadre di ragazzi facevano sfide infinite. Vi erano anche alcuni tavoli dove si giocava a carte, mio padre racconta che spesso il sabato e la domenica alcuni anziani del paese, venivano ad assistere alle sfide al balilla e spesso non resistevano alla tentazione delle carte e finivano per fare una briscola insieme ai ragazzi e magari durante la partita raccontavano qualche avventura della loro vita.
Penso che noi giovani oggi siamo più fortunati, abbiamo molto, nelle nostre camere ci sono play station, dvd, mp3, computer con cui ciattiamo con i nostri amici ovunque essi siano.
Pero' c'è una cosa che non mi spiego, perchè il sentimento piu' diffuso che provo e come me tanti giovani è la solitudine e perchè fuori dalle nostre camere ipertecnologiche non riusciamo a socializzare, a manifestare interessi.
Ripensandoci allora, mio padre era più fortunato di me.
Io sono un ragazzo di Pitigliano, bellissimo paese lontano dal mondo, dove gli occhi dei visitatori si riempiono di panorami e colori unici, ma dove noi giovani del posto siamo condannati al nulla; avanti e indietro tra il paese nuovo ed il paese vecchio e dove la piazza, una volta luogo di incontri, non esiste più.
Ci fermiamo davanti ai bar e ci vediamo allo specchio nelle facce già vecchie degli adulti che pensano di sbancare i videopoker o bevono il loro ennesimo Ildebrando.
Penso anche, che forse io non riesco a cogliere tutte le opportunità che l'amministrazione comunale mi offre, in fondo è sempre stato cosi' anche nel passato, forse nascosta da qualche parte c'è una sala dove si proietta un film,dove i miei coetanei in questo momento si ritrovano a giocare, parlare o magari a suonare.
Ho chiesto a mio padre di aiutarmi a trovare questo posto.
Abbiamo girato molto su e giù per il paese senza trovare nulla tranne il campo di calcio, ma io purtroppo so' di essere negato al pallone; certo se ci fosse anche un piccolo palazzetto polivalente per lo sport potrei fare pallacanestro, pallavolo e magari scoprirmi anche bravo.
Il nostro Comune sono certo vuole fare qualcosa di più, non è colpa loro se nel passato non si è investito nella cultura e sulle persone, ma allora mi chiedo perchè non dialoga con me non mi chiede cosa penso, cosa voglio, non si confronta con mio padre per immaginare insieme il mio futuro.
Ma già!, oggi il Sindaco non ha tempo, forse domani, ora deve recarsi dai bimbi dell'asilo per un saluto, poi giustamente deve ripartire per Grosseto.
Lo capisco e lo invidio, un giorno intero a Pitigliano specialmente in Inverno puo' essere molto lungo; almeno lui, a differenza di me, puo' riuscire a trovare una libreria ancora aperta.
Ho un dubbio, ma allora vuol dire che negli anni nessuno degli amministratori ha investito in progetti per noi, aiutandoci a diventare uomini e quindi gli amministratori di domani. Mi rattristo, ma mi rattrista ancora di più pensare che nessuno dei giovani di ieri e di oggi abbia chiesto, preteso, alzato la voce per gridare forte la speranza di sognare un futuro a Pitigliano.
Comunque sono troppo pessimista, in fondo anche quest'anno nonostante la crisi economica potro' assistere ai fuochi artificiali di fine anno offerti dal nostro Comune. Gli sono grato, ancora una volta nella mia retina rimarranno impressi per 15 interminabili minuti i colori sgargianti delle stelle e fontane cadenti.
Ma ora che sono finiti, mi assale il pensiero che nei miei occhi tornera' riflesso il nero del lungo inverno pitiglianese. Stimo mio padre, penso che se ci fosse stato lui avrebbe pensato di usare il budget dei fuochi fatti negli anni per regalare a noi giovani qualcosa da gestire e di cui essere responsabili, investendo nei nostri sogni; quale migliore investimento per un padre di famiglia se non quello di coltivare e stimolare le potenzialità di un figlio, farne un uomo inserito in una societa' giusta.
Sogni ormai sopiti, ma a volte per iniziare un cammino serve solo un piccolo passo.
Come dice lui, citando il suo poeta preferito Fabrizio De Andrè " ..... ti saluto dai paesi di domani , che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo.....".
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