venerdì 7 ottobre 2011

Le Vie Cave candidate a diventare Patrimonio dell'UNESCO, ma intanto che fare?


mercoledì 6 aprile 2011



Pubblichiamo la lettera inviataci dall'amica Anna Ghetti, biologa e componente dell'Associazione Bioterritorio, Città del Tufo.
Il documento presenta una proposta articolata per la messa in sicurezza e la conservazione delle Vie Cave.

Dal 2 luglio 2010 le vie cave hanno iniziato un primo iter per la candidatura all’ Unesco come Patrimonio della Umanità.
Auspicando che tale percorso possa proseguire e sfociare in un esito positivo, la nostra associazione “Bioterritorio-Città del tufo” ritiene che comunque non si possa più aspettare (pena la perdita del patrimonio prima della dichiarazione Unesco) per la loro salvaguardia.
Urge intervenire per la loro“salute” attraverso un piano di gestione integrato, cioè con  la sinergia di un’equipe di esperti, che  vede allo stesso tavolo di lavoro un forestale, un geologo, un architetto ed un archeologo. Una visione quindi multidisciplinare, in cui ognitematismo interagisce con l’altro.

Per iniziare l’aspetto della gestione forestale non è stato preso sufficientemente in considerazione, invece è fondamentale per prevenire e consolidare/mettere in sicurezza le vie cave.
Ovviamente  parliamo di gestione forestale in senso vero e proprio della coltre di vegetazione a ridosso delle vie cave. Occorre una pianificazione dei tagli, con  interventi mirati dedotti dalle conoscenze delle piante presenti e passate, e l’applicazione a seconda dei casi, di tagli speciali che non privano completamente il suolo della copertura e per questo anche più sostenibili.
La copertura vegetale è importante per mantenere la stessa stabilità ma anche il microclima all’interno delle vie cave.  Là dove forma un “tetto” rallenta l’azione delle piogge violente, evitando l’erosione superficiale diffusa.  Anche il problema delle radici che si sono fatte strada nella roccia tufacea va affrontato di volta in volta a seconda della specie forestale.  In  alcuni casi, finché le radici vegetano, seppur paradossalmente, contribuiscono a sostenere la roccia. Se i sovrastanti fusti venissero tagliati drasticamente si avrebbe, con la morte delle radici, il conseguente crollo.

Questa azione di prevenzione forestale si integra con quella geologica che può operare anche attraverso la realizzazione di una vera e propria rete di drenaggio delle acque piovane, mirata  al veloce allontanamento dell’acqua in eccesso per prevenire così lo sgretolamento.
Gli interventi che si possono osservare attualmente sono dettati purtroppo dall’occorrenza, effettuati solo dopo l’evento meteorico per fare defluire l’acqua che scorre all’interno della via cava .

Per ovvietà non mi dilungo sull’azione di integrazione delle precedenti con quella archeologica-architettonica, che porterebbe ad interventi di messa in sicurezza meno invasivi e stravolgenti l’assetto originario, rispetto a quelli attuati finora.

Sinteticamente un piano integrato si basa su interventi che si possono realizzare e mantenere nel tempo affrontando soprattutto le cause e trova una prima realizzazione in un’azione di monitoraggio continua.

Determinante è infine la condivisione di questo piano con i cittadini, che a loro volta devono diventare attori,  in un’ottica di responsabilizzazione del valore di questo patrimonio.
Ancora di più i cittadini, proprietari di appezzamenti ricadenti vicino alle vie cave che possono diventare così “proprietari-custodi” e continuare l’azione di salvaguardia dei vecchi contadini, come i proprietari di grotte che si aprono su alcune vie cave, trasformate attualmente in mini-discariche (come per esempio quella di Poggio Cani) in mancanza di un sito adeguato di smaltimento.  

Pertanto, in qualità di cittadini, consapevoli della gravità della situazione, ci impegneremo in azioni di sensibilizzazione/aggregazione su questi obiettivi.

Anna Ghetti, Associazione Bioterritorio-Città del tufo


L'Associazione “Bioterritorio-Città del tufo” nasce nel 2009 da alcune piccole e medie aziende agricole del territorio compreso tra i comuni di Pitigliano, Sorano-Sovana, che operavano già da anni nel biologico. L'attività dell'associazione è diretta a promuovere e diffondere l'agricoltura biologica e biodinamica, le coltivazioni ottenute con metodi a basso impatto ambientale, nel rispetto della biodiversità ed in generale delle risorse naturali, e la tradizione ed il legame con gli elementi ambientali e culturali del territorio.Tra gli obiettivi la sensibilizzazione/informazione su tematiche ambientali emergenti. 

4 commenti:


sbenza roundrock ha detto...
Anna, diamoci da fare e parliamone a più gente possibile; a volte un investimento in materia grigia (??? termine desueto, come del resto lo stesso desueto..)costa poco e rende tanto... forse è qui la chiave del disastro?
Anonimo ha detto...
non sono una esperta di vie cave o di botanica, ma leggendo Anna mi rendo conto che a volte le istituzioni affrontano i problemi dal basso della totale incompetenza. Non voglio dire che non fanno nulla, solo che spesso si sottovalutano alcuni aspetti fondanti che potrebbero addirittura contribuire al risparmio, se affrontati dal giusto verso e con tempestività. Il vecchio detto " fai le cose per bene da subito, che a farle male ci si mette lo stesso tempo, e poi vanno rifatte credo si adati perfettamente al caso
Anonimo ha detto...
spero l'unesco non veda mai queste foto!!!!!!!!!!!!
Anonimo ha detto...
Caro OGM, quado ho visto le foto che avete pubblicato, ho pensato subito a qualche trucco, tipo: scatti fatti da un'altra parte, o correzioni con photoshop. Per non rimanere nel dubbio, sono andato subito a Poggio Cani e ho visto di persona che è tutto vero. Devo confessare che erano molti anni che non ci andavo, e come penso anche tanti Pitiglianesi. Sono rimasto sconcertato dalle condizioni in cui si trova la via cava di Poggio Cani, le foto non rendono giustizia al vero disastro che l'incuria, l'ignoranza e il menefreghismo hanno fatto. Vorrei fare un appello a tutti i Pitiglianesi, andate a vedere di persona la situazione delle vie cave perchè, noi diamo per scontato che sta tutto a posto ma non è così. Grazie OGM, mi hai aperto gli occhi.

Nessun commento:

Posta un commento