venerdì 7 ottobre 2011

Lettera di un'amica


venerdì 18 febbraio 2011




Pubblichiamo una lettera, pervenutaci da una nostra amica la Sig.ra Micca Luisa

"Ciao a tutti, sono una donna che vive e lavora nella nostra zona. Ci sono nata e, per lavorare come molti altri  ragazzi a vent’anni mi sono trasferita.
 Sono vissuta prima in una grande citta’ e poi in un paese di circa 30.000 abitanti. A chiunque che,+- conoscendomi per la prima volta , mi chiedesse da dove venivo dicevo:”vengo da un paesino del sud della Toscana che si chiama Pitigliano, forse non lo conoscerai”,  e invece mi sentivo rispondere: “si lo conosco e’ quel bel borgo antico che ti appare all’improvviso dietro una curva. Che bello deve essere vivere li’’.  Le prime volte rimanevo stupita.


 A volte invitavo nella mia casa di Pitigliano alcuni amici per il fine settimana, li portavo naturalmente a visitare le nostre bellezze ed anche loro rimanevano incantati da quello che vedevano: le vie cave, il paese illuminato di notte, i vicoli che si diramano su uno sperone di tufo, e passeggiando sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. In questo modo ho potuto conoscere meglio il luogo dove sono nata ed apprezzarlo di piu’ che nei vent’anni durante i quali ci sono cresciuta.
Dopo vent’anni  sono tornata ad abitare nella mia casa di Pitigliano, portando naturalmente anche tutta la mia famiglia ed adesso lavoro a Sorano. Questa scelta  e’ stata dettata soprattutto dalla considerazione che i miei figli avrebbero potuto crescere piu’ sani in un  luogo dove ancora l’aria era respirabile e nella tranquillita’, senza i  rischi della città ed anche per noi genitori forse un po’ di tranquilla vita paesana avrebbe fatto bene. Mi sono resa quasi subito conto che c’era  qualcosa che non andava. Mio figlio grande aveva dei problemi ad inserirsi nella cerchia dei compagni che lo tagliavano fuori, all’inizio cercavo di minimizzare la cosa,  ma piano piano mi rendevo conto che lo stesso succedeva a me con  gran parte degli altri genitori. Mi ero abituata ai comportamenti aperti e gioviali della gente del paese dove ho vissuto quattordici anni,  e ritrovarmi a cercare di far parte di una comunità  che ti fa quasi percepire di non essere gradita, mi ha fatto veramente stare male.  Sentir dire da un bambino di nove anni “ Mamma, perche’ siamo venuti qui?  Cosa ci facciamo? è una cosa che non auguro a nessuno.
Venendo da fuori, ho cercato di analizzare  con distacco la situazione.
 Mi sono resa conto che la nostra, e dico la nostra perche’ comunque mi sento di farne parte, e’ una comunita’ chiusa , che non da spazio agli “stranieri”, senza pensare che le persone che vengono da altre realtà possono dare un notevole contributo portando la propria esperienza e magari vedendo le cose in modo diverso . La mentalità  dei piu’ e’ rimasta quella di molti anni fa, e non mi venite a dire che questo deriva dall’isolamento geografico, dal fatto che le nostre vie di comunicazione sono scarse e brutte, perche’ questo poteva essere vero per i nostri nonni che viaggiavano con il mulo, ma non per noi, che ci spostiamo di centinaia di chilometri  anche solo per fare un giro al centro commerciale.
I nostri ragazzi non hanno un punto di aggregazione, vanno in giro  senza una meta, non hanno un posto di ritrovo dove fare due chiacchiere, dove poter passare le domeniche di pioggia, dove poter stare insieme e confrontarsi,  in modo da crescere anche a livello intellettuale. Da anni non hanno piu’ nemmeno il cinema! E’ vero è privato, quindi  il proprietario deve fare  le sue legittime scelte, ma mi chiedo visto che il Comune e’ proprietario di un Teatro, perche’ non si e’ pensato di adattarlo anche a proiezioni cinematografiche. A volte basta poco. Sento spesso parlare che mancano i fondi,  questo e’ sicuramente vero , ma a volte un po’ di buona volonta’  puo’ migliorare le cose . Se vuoi far fare un po’ di sport ai tuoi figli, o ti piace il calcio, oppure sei fregato, perche’ l’unico sport  “riconosciuto dal nostro comune” e’ il pallone.  Le uniche iniziative ,  dirette ai nostri ragazzi sono  private o religiose.  Per esempio quella realizzata con impegno da alcune persone, quasi tutti genitori, che hanno dato vita alla “Polisportiva san Rocco”,  che con alcuni corsi sportivi impegna i giovanissimi in qualcosa di diverso.
La nostra forza sono i nostri ragazzi,  se non cerchiamo di valorizzarli, di aiutarli, di formarli adeguatamente, rischiamo che,  una volta finite le scuole e andando all'università, conoscendo realta’  diverse dalla nostra, non vogliano ritornare ed anche se qualcuno volesse ritornare, fermo restando la situazione attuale, non avrebbe futuro. Non si può far finta di niente.
Un’amministrazione che non cerca di valorizzare il patrimonio giovanile, in nessun modo, non lo coinvolge, anzi cerca  di scaricare le colpe su alcuni genitori, che pensando al futuro dei propri figli, fanno la scelta di mandarli a studiare fuori dal comprensorio ( vedi Acquapendente), giudicando quelle scuole migliori, mi sembra alquanto scorretta. . Perche’,  invece, non cerca di valorizzare gli istituti che abbiamo e di renderli  validi,aumentando la loro qualita’ e utili a dare ai nostri ragazzi un futuro? Questo problema va affrontato subito, prima che sia troppo tardi come e’ successo per il corso geometra.
 Mi sono resa conto che la maggior parte dei cittadini non partecipa alla vita pubblica,  in gran parte perche’ l’Amministrazione non cerca nemmeno di coinvolgere le persone, ma anche perché a  noi piace rimanerne fuori e magari lamentarci in privato.  Questo non può più avvenire.  Dobbiamo cercare di non essere passivi ed accettare tutto quello che viene dall’alto, ma cercare di esprimere le nostre idee, dire quello che pensiamo, non solo dentro le mura domestiche. Il nostro paese e’ fermo a trent’anni fa. Si sveglia un attimino nel periodo elettorale e poi ritorna a sonnecchiare  e  delega il proprio futuro a pochi eletti.
Dicendo questo io non voglio solo criticare, ma mi piacerebbe che queste critiche fossero costruttive, uno spunto per cercare di iniziare a cambiare le cose, cambiare mentalità, diventare una vera comunità, collaborare tra noi.  Faccio un esempio. Il nostro paese è conosciuto in tutta Italia. Se si riuscisse a promuoverlo,nel vero senso della parola , attraverso delle associazioni nostre tra ristoratori, albergatori negozianti  ecc. senza dover sempre ognuno pensare “proprio orticello”, e magari invidiare il vicino “perche’ il suo prato è più verde”, forse si avrebbe qualcosa di più del turista giornaliero che passa per le vie, compra due bottiglie di vino, e visti i prezzi dei locali se ne va velocemente.  Ci sono paesini che non hanno nemmeno la meta’ delle bellezze e luoghi che abbiamo noi,( le vie cave, per non parlare di poggio Strozzoni  luogo ormai abbandonato) ma per una giusta politica amministrativa e per spirito di collaborazione  hanno avuto uno sviluppo eccezionale La nostra economia è fondata sul turismo e sull’agricoltura, ma se non ci sforziamo di fare le cose insieme, non otterremo niente.  Per fare questo tutti noi cittadini e soprattutto gli amministratori dobbiamo studiare, analizzare, confrontarci, avere una visione futura, anche sapersi mettere in gioco e non vivere di rendita  su 50/100 voti che personalmente possiamo avere, dobbiamo intervenire in maniera decisa, affrontando i problemi e non nascondendoli sotto il tappeto.  Ritorniamo ad usare la parola politica come sinonimo di servizio ed attenzione verso una comunità come un dovere e non un diritto e di cui il cittadino si deve riappropriare.
Un’altra provocazione. Ma secondo voi avere un sindaco e un assessore che non vivono nel comune  che amministrano e’ una cosa positiva o negativa? Come possono conoscere i nostri problemi e quindi amministrare positivamente?  Sapranno avere a cuore il paese e la collettività di un luogo in cui non vivono? Per poterlo fare dovrebbero essere molto in gamba! Sarà veramente così?
Grazie della vostra ospitalita’ concludo dicendo che abbiamo delle potenzialita’ incredibili ed i mezzi per poterle usare sta anche a noi iniziare un percorso."

Micca Luisa
anni 45, impiegata

2 commenti:


Anonimo ha detto...
Condivido in pieno tutto quanto ed aggiungo che oltre al Sindaco sono due gli Assessori che non vivono pienamente a Pitigliano, perciò è ancora più grave. Questo dimostra che la maggior parte di noi Pitiglianesi siamo quasi "morti" o rintanati nel proprio orto che ormai si stà esaurendo e molti sono già alla "fame", forse solo questa ci farà uscire dal bosco?
giovanna ha detto...
sono Giovanna di Sorano, leggo con immenso piacere ed attenzione critica lo sfogo di Luisa Micca. Sono pienamente d'accordo con lei su tutta la linea . Penso che i punti di aggregazione, i circoli, le associazioni culturali, e tutto ciò che serve a riunire le persone, a farle discutere, ad affrontare i problemi dei nostri territori, siano essenziali. E' vero che i Comuni non fanno nulla, ma è anche vero che siamo noi, i cittadini, che dobbiamo smettere di attendere che qualcuno faccia per noi. Dobbiamo, a mio parere, cominciare ad essere protagonisti della nostra vita, dobbiamo volerci conquistare la nostra vita, non come la vogliono gli altri ma come la vogliamo noi, e questo dobbiamo insegnare ai nostri figli. Il disinteresse che tutti abbiamo ormai per ciò che accade, o lo sconforto per non riuscire a fare nulla, penso che si possano superare anche con questi piccoli metodi, un blog attraverso il quale porre le nostre idee, i nostri sentimenti, e poi superare gli ostacoli e costituirci in cittadinanza civile che si attiva per cambiare le cose. Ho seguito con molto interesse i vari interventi e credo che si sia pronti per organizzarci in un gruppo omogeneo, fuori dai partiti che però vuole davvero il bene di questo territorio

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